Europa: la BEI finanzia l'inquinamento ambientale in Laos

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Un finanziamento di 60 milioni di euro per una miniera di rame in Laos è stato approvato il 27 gennaio dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI). Le organizzazioni internazionali denunciano: si rischia una catastrofe ambientale, il finanziamento è stato concesso senza alcuna valutazione di impatto.

"Il progetto si svilupperebbe nei pressi di un'altra miniera, in questo caso d'oro, già causa di pesanti impatti socio-ambientali" - denuncia l'italiana Campagna per la Riforma della Banca Mondiale. "La miniera di Sepon metterebbe a rischio gli ecosistemi di importanti affluenti del vicino fiume Mekong, vista l'alta probabilità di fuoriuscite di cianuro e di un disboscamento illegale in tutta la zona".

Preoccupa anche il fatto che il Laos ha gravi problemi legati al rispetto dei diritti umani. Le stesse Nazioni Unite, per voce del proprio Comitato sulle discriminazioni razziali, lo ha fatto presente in un rapporto del 2003. Anche Amnesty International ha ripetutamente denunciato violenze nei confronti delle minoranze da parte dell'esercito. In questo contesto è alquanto improbabile che ci sia stato un reale processo di consultazione con le comunità impattate dalla miniera, sostengono i rappresentanti della CRBM.

"Paradossale che la decisione della BEI arrivi proprio nello stesso giorno in cui viene presentato alla Banca Mondiale il rapporto sull'industria estrattiva" - ricorda Jaroslava Colajacono, della Campagna. "Dopo due anni di consultazioni il rapporto conclude che i progetti estrattivi come le miniere hanno contribuito ad accrescere la povertà in paesi con situazioni di governance così precaria come il Laos e raccomanda che vengano messe in atto misure di salvaguardia tra cui piani di chiusura delle miniere e sistemi di monitoraggio".

Non stupisce quindi che la compagnia proprietaria della miniera di rame di Sepon, l'australiana Oxiana, si sia rivolta alla BEI dopo che gli era stato rifiutato un prestito dalla Banca mondiale, le cui direttive interne avrebbero sottoposto il progetto a controlli più stringenti e costi più alti. "La BEI non ha mai approvato politiche di salvaguardia per i progetti e non rispetta le direttive in merito della stessa Commissione Europea, ignorandone regolarmente le sue raccomandazioni' - conclude la portavoce della Campagna. [DS]

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