Brasile: le mandrie avanzano sulle ultime terre degli indios Piripkura

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Dal dossier “Piripkura: Uma Terra Indígena devastada pela boiada”, pubblicato dal Coordenação das Organizações Indígenas da Amazônia Brasileira (COIAB) e dall’Observatório dos Direitos Humanos dos Povos Indígenas Isolados e de Recente Contato (Opi) e da altre organizzazioni partner come Survival Internationa, emerge che «La deforestazione, le invasioni di allevamenti di bestiame e il degrado forestale all’interno della Terra Indigena di Piripkura (MT) hanno raggiunto un livello senza precedenti».

Al centro del documento, le immagini aeree – provenienti da un sorvolo effettuato nell’ottobre di questa denuncia ci sono  immagini aeree  che mostrano come il territorio dove vivono Baita e Tamandua, gli unici due Piripkura conosciuti che vivono ancora in isolamento, venga disboscato, depredato illegalmente e invaso da mandrie di bestiame». COIAB e OPI denunciano che «Le mandrie, con la connivenza dello Stato, stanno letteralmente correndo selvaggiamente nella terra indigena di Piripkura».

La Terra indigena di Piripkura, che si estende a cavallo dei municípios di Colniza e Rondolândia, nello stato del Mato Grosso, è minacciata da decenni dalla lobby agricola e dal disboscamento, ma l’indebolimento delle tutele del territorio negli ultimi due anni del governo del presidente neofascista del Brasile Jair Bolsonaro ha aggravato uno scenario già devastante.

Il monitoraggio del territorio, effettuato dalle organizzazioni partner della campagna #IsoladosOuDizimados, ha analizzato immagini satellitari e immagini aeree che dimostrano «L’espansione delle aziende agricole e la riattivazione dell’attività commerciale delle aziende forestali all’interno del territorio autoctono, rivelando che le violazioni dei diritti continuano a pieno regime e senza alcun intervento statale efficace. La grande deforestazione e gli incendi guidano l’espansione delle fattorie».

Elias Bigio, ex- coordinatore generale per gli Índios Isolados e Recém-Contato della Fundação Nacional do Índio (Cgiirc- FUNAI) che era presente all’azione di monitoraggio, ha commentato: «Quella zona che abbiamo sorvolato è una nuova area, un’espansione di questa attività per l’allevamento del bestiame, hanno già sfruttato il legno che aggiunge valore commerciale da esportare in questo Stato o all’estero. E ora piantano erba, per metterci il bestiame»...

Segue su: Greenreport.it

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