No al bilateralismo, si a un'agricoltura europea rispettosa dei diritti dei più deboli

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Dopo il fallimento del vertice di Cancun l'Unione Europea ha fatto tappa a Taormina per l'incontro informale dei ministri dell'Agricoltura in vista del Consiglio sulla Pesca e sull'Agricoltura di lunedì prossimo a Bruxelles, dove i Quindici si ritroveranno per annunciare che la riforma, varata a giugno, della Politica Agricola Comune (Pac) non si tocca. Resteranno quindi, praticamente intatti, i sussidi diretti alle esportazioni che tanti danni provocano sui mercati dei Paesi in via di sviluppo.

Volontari nel mondo - FOCSIV - la Federazione di 57 Ong di volontariato internazionale, promotrice con il settimanale Vita della Campagna "NO dumping" - assiste con preoccupazione all'incapacità dei Quindici, Italia per prima, di andare al di là di una spietata logica di mercato e di interessi nazionali.

Dopo l'incontro di Taormina, il Ministro per le politiche agricole, Giovanni Alemanno, ha detto riferendosi alla Pac che "la riforma è stata fatta e non verrà modificata" e che gli aiuti considerati distorsivi hanno raggiunto "livelli talmente ridotti da non essere ulteriormente negoziabili". La stessa rigidità che la Ue ha contestato ai Paesi del G21 a Cancun. Ci sono rigidità "buone" e rigidità "cattive"?

"L'impressione - dice il direttore generale della Focsiv, Sergio Marelli - è che si navighi al buio. Alemanno sostiene che bisogna sfuggire alla tentazione di ritornare agli accordi bilaterali mentre allo stesso tempo il Vice Ministro Urso afferma che "la politica commerciale della Ue non si può fermare e deve continuare sulla strada delle intese bilaterali". Una strada, questa del bilateralismo, pericolosissima che rischia di spazzare via la già fragile agenda di Doha". Anche il Commissario al Commercio della Ue, Pascal Lamy, sembra pronto a mettere da parte il multilateralismo. Alla sessione plenaria di Strasburgo, due giorni fa, Lamy ha domandato alla platea se sia il caso di "continuare a scommettere sulle relazioni commerciali multilaterali o sostituirle progressivamente con negoziati bilaterali e regionali".

"Restano in piedi - aggiunge Marelli - tutte le belle parole sulla necessità di aiutare i Paesi in via di sviluppo, di essere solidali con loro. Ma la mano che gli si vuole tendere è sempre la stessa: quella dell'elemosina. Quella sbagliata. Come Campagna torniamo a invitare la Ue a porsi obiettivi coerenti con il diritto fondamentale dell'accesso al cibo per ogni individuo e la sovranità alimentare di tutte le popolazioni del pianeta e a dire no allo smantellamento del multilateralismo. La logica del più forte e del mercato selvaggio non possono avere il sopravvento consentendo ai potenti di sfruttare ancora più liberamente i deboli e gli emarginati.

Alla Campagna NO dumping aderiscono: ACLI, Amici della Terra, AIAB, ARCI, ARI, Banca Popolare Etica, Casa dei Diritti Sociali, Centro Internazionale Crocevia, CISL, CIPSI, COCIS, Comitato di appoggio al movimento Sem Terra del Brasile, Greenpeace, Legambiente, Manitese, Movimondo, Rete Volontari Rientrati, WWF Italia.

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