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Focsiv: al via la campagna "more and better"
Bioagricoltura
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Dimezzare la povertà nel mondo: questo è il progetto "Millenium Goals" delle Nazioni Unite, ma a tre anni dall'annuncio dell'iniziativa, quest'obiettivo appare inavvicinabile. "Dimezzare il numero di poveri entro il 2015 significa che a quella data solo 400 milioni di persone dovranno soffrire la fame. Purtroppo però considerato lo scarso impegno dei Governi del mondo questa scadenza rischia di non essere rispettata. E davanti ad una tragedia di queste proporzioni non ci sono né scuse, né giustificazioni - afferma Sergio Marelli, Direttore Generale di Volontari nel mondo Focsiv (la Federazione di 57 Ong di volontariato internazionale) - Tutti, in tutto il mondo, vanno richiamati alle proprie responsabilità".
Per questo un gruppo di organizzazioni non governative europee, africane, nord americane e asiatiche ha deciso di lanciare la Campagna More and Better. A presentarla domani 16 ottobre nella sede della Fao a Roma, in occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione, sarà la Focsiv, unico partner italiano dell'iniziativa.
Gli obiettivi della Campagna sono due: il rilancio e il miglior utilizzo degli aiuti all'agricoltura e allo sviluppo delle aree rurali dei Paesi del Sud del mondo, che nell'ultima decade del ventesimo secolo sono stati ridotti del 20%; il miglioramento della qualità degli aiuti e una maggiore partecipazione delle organizzazioni agricole dei Paesi riceventi; la valorizzazione, la difesa e l'integrazione delle conoscenze e delle pratiche agricole tradizionali. Doppio il livello di operatività della Campagna: nei Paesi Ocse, un'azione per spingere i governi a incrementare gli aiuti; nei Paesi del Sud, un'utilizzazione più efficace degli aiuti, lo sviluppo di una maggiore comunicazione con i Paesi donatori e del dialogo tra agricoltori e governi locali, per un miglior funzionamento dell'agricoltura.
Per la Focsiv i mercati agricoli dei Paesi in via di sviluppo hanno bisogno di un doppio sbocco internazionale: commerciale e politico. "Dobbiamo sì pensare a migliorare la produttività - sostiene Marelli - ma anche far sì che gli agricoltori del Sud del mondo abbiano più voce in capitolo nel consesso internazionale, in modo da non dover subire passivamente scelte prese da chi si ispira a modelli che non tengono conto della diversa realtà rurale dei Paesi poveri".