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Commercio: illegali i sussidi UE allo zucchero, dice Wto
Bioagricoltura
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I sussidi comunitari dell'Unione europea ai produttori di zucchero sono illegali. Lo ha stabilito una "decisione preliminare" dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) che ha accolto il ricorso di Brasile, Australia e Thailanda contro l'Ue accusata di fornire sussidi alle esportazioni di zucchero oltre i limiti concessi dal Wto. "Questa decisione è un ulteriore passo in avanti verso l'eliminazione delle distorsioni nel mercato internazionale dei prodotti agricoli" - ha commentato il ministro degli esteri brasiliano Celso Amorin in una dichiarazione che esprime "una grande soddisfazione". Se la decisione sarà confermata, l'Unione Europea dovrebbe tagliare le esportazioni di zucchero per due milioni di tonnellate a partire dall'anno prossimo e il Brasile potrà esportare il 10% in più.
"E' una vittoria storica per i Paesi in via di sviluppo e un colpo mortale alle politiche europee che, con i propri sussidi, minacciano la sussistenza di migliaia di agricoltori poveri negando loro la possibilità di uscire dalla povertà" - dichiarano Oxfam e Wwf. L'Ue sta esportando annualmente una quantità di zucchero sussidiato quattro volte maggiore ai limiti permessi dal Wto, una forma di dumping che deprezza il valore del prodotto e che solo nel 2002 ha creato perdite di 494 milioni di dollari al Brasile, 151 alla Thailanda e 60 milioni a Sudafrica e India. Secondo uno studio dell'Oxfam, l'Ue riversa sui mercati mondiali 5 milioni di tonnellate di zucchero sottocosto (dumping) e ogni euro di queste esportazioni costa 3,3 euro in sussidi. La decisione finale del Wto sarà presa a settembre e solo allora l'Ue potrà ricorrere in appello, che potrebbe far slittare l'implementazione della decisione al prossimo anno. Oxfam e Wwf chiedono all'Unione europea di approntare una riforma della produzione di zucchero, porre presto fine ai sussidi all'esportazione del prodotto e aprire maggiormente i mercati ai prodotti dei Paesi in via di sviluppo.
Se confermata, la decisione avrà un effetto positivo per i produttori di dolciumi e bibite che potrebbero così risparmiare diversi milioni di euro per l'acquisto di materia prima a prezzi più bassi - nota un comunicato dell'Ansa che sottolinea come grossi gruppi alimentari come Cadbury, Schweppes e Ferrero si sono associati al ricorso dei tre Paesi produttori. La decisione, comunque, "potrebbe essere un fatto molto importante perché frenerebbe il dumping a livello mondiale" - ha commentato Alain Beaumont, segretario generale del Comitato europeo degli industriali dello zucchero. A Bruxelles, la portavoce della Commissione europea Arancha Gonzales non ha commentato, facendo notare in un comunicato che le regole del Wto vietano dichiarazioni pubbliche dopo trattative confidenziali.
Il confronto a livello ministeriale sulla riforma del mercato dello zucchero, che vede l'Italia e l'intero sud dell'Europa impegnati nella difesa della coltura, era partito a metà luglio. Il commissario europeo per l'agricoltura Franz Fischler convinto che ''senza una riforma radicale nel giro di pochi anni l'intero sistema crollerebbe'' ha proposto quella che è stata definita una "vera e propria rivoluzione" rispetto al regime che da 40 anni garantisce il mantenimento della coltura nell'Ue. Secondo i dati forniti dalla Commissione europea in dieci anni, dal 1992 in poi i posti di lavoro per la produzione di zucchero nei paesi dell'Ue sono diminuiti da 37.161 a 20.559, mentre il numero di stabilimenti è passato dai 374 nel 1968-1969 a 240 nel 1990 fino a 135 nel 2001. [GB]