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Afghanistan: tra papaveri e microcredito
Bioagricoltura
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Ha compiuto un anno in Afghanistan il programma di microcredito del BRAC, Bangladesh Rural Advancement Committee, la maggiore ong e istituzione di microfinanza bengalese: quasi 10.000 le donne coinvolte in questo intervento Sud-Sud, per la ricostruzione del tessuto sociale ed economico afghano. Intanto l'associazione afghana RAWA fornisce un quadro preoccupante di un Afghanistan che si ritiene, a torto, pacificato.
Lo slogan che, nel giugno del 2002, ha dato avvio al programma del BRAC era "è il momento che sia il Sud a fare qualcosa per il Sud". Dopo un anno di lavoro il bilancio fornito dall'organizzazione è il seguente: operatività in quattro province oltre la capitale Kabul, 378 organizzazioni di villaggio attivate con 9.947 partecipanti, tutte donne, che risparmiano regolarmente; 4.661 sono le donne che hanno ottenuto un microcredito, in media di 80 dollari; complessivamente il portafoglio crediti ammonta a circa 471 mila dollari e per ora nessun prestito è in sofferenza.
Ma questi successi non sono sufficienti a fare in modo che l'economia del paese riparta e, "non c'è da stupirsi che in questo contesto sia ripresa su larga scala la coltivazione del papavero da oppio" afferma Francesco Terreri, di Microfinanza che cita l'ultimo rapporto dell'Ufficio di Vienna sulle droghe e il crimine delle Nazioni Unite (Unodc), Global Illicit Drug Trends 2003 che riporta come nel 2002 vi è stata una "crescente concentrazione di produzione illecita di oppio in un singolo paese, l'Afghanistan".
Simile preoccupazione è condivisa dalle attiviste dell'associazione RAWA che ricordano come l'autorità del leader afghano Karzai è limitata alla regione della capitale Kabul, i signori della guerra ancora spadroneggiano, la coltivazione del papavero da oppio è in continuo aumento, il rilancio del settore agricolo del Paese, nel quale è occupato l'85% della popolazione, implica investimenti che i donatori non hanno ancora reso disponibili.
Fonti: Microfinanza.it, RAWA, BRAC;