Etiopia: la carestia minaccia 12 milioni di persone

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L'Etiopia sta vacillando sotto il peso di una crisi alimentare che ha colpito oltre dodici milioni di persone e che le agenzie umanitarie ed il governo ritengono senza precedenti nella storia del paese. L'Ong 'Save the Children' ha criticato la politica Usa attivata per affrontare la crisi, ma incapace di intervenire sulle questioni che sono all'origine dei problemi: la mancanza di acqua, le malattie, l'Aids e la scarsa formazione.

Una critica che conferma il dubbio secondo cui le forme di intervento esterne possono avere degli effetti negativi nel lungo periodo se non accompagnate da trasformazioni politiche, economiche e sociali efficaci per lo sviluppo del paese.

Il governo etiope ha riconosciuto che la principale minaccia per la nazione è costituita dalla mancanza di democrazia, da una governance debole e dalla radicata povertà. Tuttavia nel paese continua ad essere alta la tensione politica in particolare dopo l'approvazione di una legge che affida al governo federale gli interventi d'emergenza sulle questioni regionali. Una normativa che, secondo le opposizioni, concentra eccessivo potere nelle mani della coalizione di governo in carica, l'Ethiopian People's Revolutionary Democratic Front (EPRDF).

La campagna "Cibo per l'Etiopia", che l'associazione Volontariato Internazionale per lo Sviluppo ha intrapreso lo scorso dicembre, ha consentito l'acquisto e la distribuzione di cibo in varie zone del paese. Il Vis sta ragionando sulla seconda fase che seguirà l'emergenza alimentare. La distribuzione è infatti fondamentale per superare una situazione di stallo in cui milioni di persone rischiano la morte per fame, ma il problema non si risolve distribuendo biscotti e Famix (miscela di farina, soia, latte e uova). Bisogna interrogarsi sulle cause della carestia per riuscire nel lungo periodo a realizzare il vero sviluppo del paese.

Fonti: Save the Children, UN Integrated Regional Information Networks, Allafrica, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo.

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