Acqua pubblica: i cittadini europei prendono l’Iniziativa

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Il primo esperimento di democrazia diretta promosso dal Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua è stato la proposta di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico nazionale (2007). Nonostante le 400 mila firme raccolte a suo sostegno, la proposta di legge giace dimenticata in qualche cassetto della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati. La legge di iniziativa popolare è diventata comunque il Manifesto del movimento italiano per l’acqua: lì sono presentati i principi generali cui si ispira e le sue proposte in materia di gestione dei servizi idrici.

Il secondo momento di partecipazione diretta dei cittadini sui temi dell’acqua è stato il referendum di giugno 2011. La vittoria referendaria è stata un indubbio successo politico, ma l’inerzia delle istituzioni nazionali e locali, con alcune significative eccezioni come quella di Napoli, ha impedito che il risultato referendario fosse tradotto in concreti atti amministrativi. Interessante è stata la risposta del movimento: una nuova stagione di mobilitazione e raccolta di firme per promuovere delibere di iniziativa popolare o referendum locali. Tutte iniziative che di fatto suppliscono o si sostituiscono all’inerzia dei rappresentanti eletti dei cittadini.

Alcuni esempi: a Torino sono state raccolte firme per presentare una proposta di delibera popolare che chiede alla giunta comunale e a quella provinciale di trasformare l’ente gestore del servizio idrico, Smat, da società per azioni in azienda speciale consortile di diritto pubblico; nel Lazio, ventuno comuni hanno presentato a nome di un’ampia coalizione di cittadini, associazioni, forze sindacali e politiche, una proposta di legge sulla gestione pubblica e partecipata del servizio idrico, da sottoporre a referendum propositivo regionale.

L’esperienza italiana sembra aver contagiato anche gli altri paesi europei.

Da alcuni mesi è attiva una campagna promossa dalla Federazione europea dei sindacati del Servizio Pubblico (FESP) insieme ad altri gruppi e associazioni, per chiedere alla Commissione europea l’adozione di una normativa che riconosca tre principi fondamentali:

1) l’impegno da parte delle istituzioni dell’Unione europea e degli Stati membri a riconoscere e garantire a tutti i cittadini il diritto all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari;

2) l’esclusione della gestione dei servizi e delle risorse idriche dalle “logiche del mercato unico” e da qualsiasi forma di liberalizzazione;

3) il rafforzamento dell’impegno europeo nel mondo per garantire un accesso universale all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari.

La campagna utilizza lo strumento del diritto di iniziativa dei cittadini europei. Attraverso questo strumento, in vigore da aprile 2012, cittadini, gruppi e associazioni hanno la possibilità di porre una questione all’ordine del giorno delle istituzioni europee, raccogliendo un milione di firme in almeno sette stati membri dell’Unione. Ecco il testo della petizione, che da oggi si può firmare anche online, sul sito http://www.acquapubblica.eu/

Emanuele Fantini

Fonte: volontariperlosviluppo.it

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