Truppe del Venezuela entrano in Guyana. Ecco perché

Stampa

In foto la mappa del Venezuela secondo Maduro. Include l’Essequibo, nella parte in basso a destra

Dopo sei mesi di annunci, le truppe del Venezuela sono entrate nella Guyana. ”La Forza armata bolivariana (Fanb) presente nel nostro 24esimo Stato! Il sole del Venezuela nasce nell’Essequibo!”. Questo è il territorio della Guyana ricco di idrocarburi, che il governo di Nicolas Maduro dichiara proprietà di Caracas. Dichiarazione respinta unanimemente sia dalla Organizzazione degli Stati americani, che dalla Comunità degli Stati dei Caraibi. Georgetown, di fronte all’ammassarsi di truppe al confine, aveva aumentato il livello di allerta, e anche il vicino Brasile aveva spostato armi ed equipaggiamenti per rafforzare la difesa della frontiera del Roraima e per dissuadere da sconfinamenti, in un’eventuale azione del Venezuela.

Perché, dopo sei mesi di attesa, Maduro ha rotto gli indugi? La risposta sta in due parole: elezioni, e petrolio. Gli Stati Uniti stanno reimpostando le sanzioni sul settore petrolifero venezuelano per il mancato rispetto dei principi democratici da parte del governo in vista delle elezioni di luglio. Joe Biden ha dichiarato che non rinnoverà la Licenza Generale 44 che autorizzava le transazioni relative al settore del petrolio e del gas con il Venezuela, concessa in ottobre dopo che un accordo elettorale sostenuto dagli Stati Uniti era stato raggiunto tra il governo e l’opposizione venezuelana alle Barbados. Ma “Nicolas Maduro e i suoi rappresentanti non hanno rispettato pienamente gli impegni presi nell’ambito dell’accordo sulla roadmap elettorale”, ha dichiarato il portavoce del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, che ha annunciato mercoledì di aver rilasciato una licenza sostitutiva che concede alle aziende 45 giorni per “chiudere le loro attività e transazioni nel settore del petrolio e del gas del Venezuela".

Oltre a tutte queste ragioni, Maduro ha la necessità di trovare un argomento di impatto davanti alle difficoltà interne e alla prossima scadenza elettorale...

L'articolo di Maurizio sacchi segue su Atlanteguerre.it

Ultime su questo tema

“L’accordo per Gaza deciso senza il minimo coinvolgimento dei palestinesi”.

14 Ottobre 2025
Intervista a Maria Elena Delia, referente per l’Italia della Global Sumud Flotilla e Global Movement to Gaza. Il ricordo di Vittorio Arrigoni. (Laura Tussi)

La Francia in crisi: una potenza nucleare davanti a un'incognita

13 Ottobre 2025
Il nuovo incarico per tentare il varo di un nuovo esecutivo. (Maurizio Sacchi)

Siria, prime elezioni dopo la caduta di Assad

12 Ottobre 2025
Nelle prime elezioni parlamentari indirette, il volto del nuovo potere preoccupa le minoranze con l’incognita Israele. (Alessandro De Pacale)

La guerra, un’emergenza sanitaria globale

08 Ottobre 2025
Le guerre del nostro secolo non si misurano più solo in battaglie e confini: sono crisi sanitarie globali che lasciano ferite fisiche, sociali e psicologiche destinate a durare per generazioni. ...

Medici, operatori umanitari e giornalisti: intervista a Elisabeth Di Luca in rotta su Gaza

07 Ottobre 2025
Lo scorso 30 settembre è partita la Conscience della Freedom Flotilla Coalition, con a bordo un centinaio tra medici, operatori umanitari, giornalisti ed equipaggio: nelle pro...

Video

State of World Population Report 2009