Carta di Trento: per una cooperazione verde

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Partiamo dall’inizio. Dall’anno 2000. Quando 191 Capi di Stato e di governo si ritrovarono alle Nazioni Unite e sottoscrissero la Dichiarazione del Millennio. Dopo la Dichiarazione Universale sui Diritti umani si tratta del più importante patto planetario fondato sul reciproco impegno a fare ciò che è necessario per costruire un mondo più sicuro, più prospero e più equo. Si diedero 8 obiettivi da raggiungere entro il 2015.

A partire dallo scorso anno la World Social Agenda sta cercando di ripercorrere tutti gli obiettivi. Uno all’anno. Dall’ottavo al primo. Il 2008 è stato l’anno dell’Ottavo obiettivo: lo sviluppo di un partenariato globale per lo sviluppo. C’insegnò il metodo per sradicare la povertà: “fare sistema”, mettersi assieme, condividere energie.

Tocca, ora, al Settimo obiettivo: Garantire la sostenibilità ambientale. Andiamo al sodo. Significa sviluppo sostenibile che non fa incetta di risorse ambientali, invertire il processo di annientamento della biodiversità, preservare la capacità ri-produttiva degli ecosistemi naturali, dimezzare il numero di persone che non hanno accesso all'acqua potabile. Significa anche, per dirla con l’enciclica Caritas in Veritate sostenere i costi economici e sociali derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni. Insomma, stiamo tutti sotto lo stesso tetto ed è giusto che chi consuma di più, paghi di più.

Ora diamo i numeri. Ogni giorno scompare 2 volte la città di Parigi, producendo il 25 % del totale delle emissioni di gas serra. Un duro colpo alla biodiversità. Lo sviluppo delle energie rinnovabili si è decuplicato negli ultimi decenni, ma rappresenta ancora solo lo 0,5% dei consumi energetici totali. Un miliardo e 600 milioni di persone sono prive dei più elementari servizi igienico- sanitari.

I vertici internazionali sul clima falliscono perché i nord chiedono ai sud d’ inquinare meno. Questi, come Cina, India e Brasile, rivendicano il proprio turno allo sviluppo e rispediscono al mittente l’invito con un cordiale “inizia tu”. Il segretario dell’Onu, Ban Ki Moon, davanti alla lotta tra sordi che ha caratterizzato la recente Conferenza mondiale sul Clima di Ginevra, ci ricorda senza mezzi termini che “abbiamo un piede incollato sull'acceleratore e ci stiamo dirigendo verso un precipizio''.

Lo ha ribadito recentemente a New York ammonendo che il fallimento di Copenhagen sarebbe "moralmente ingiustificabile, economicamente miope, politicamente avventato: non possiamo seguire questa strada perché la storia potrebbe non offrici un'occasione migliore di questa". Aggiunge: "abbiamo meno di dieci anni per evitare gli scenari peggiori" causati dal surriscaldamento del pianeta.

Molte organizzazioni non governative come Greenpeace e Focsiv ed altre Governative come le Nazioni Unite stanno promuovendo campagne da campagne da sottoscrivere in vista di Copenaghen. Legambiente ha proposto dal 25 al 27 settembre di Pulire il mondo e a livello internazionale Clean up the world.

La risposta che noi conosciamo è “cooperazione”. Dal basso. Trattandosi di sostenibilità ambientale la chiamiamo “cooperazione verde”. La Carta di Trento responsabilizza tutti coloro che vanno in terre altrui ad uno stile di vita che non sia predatorio: dal missionario al turista; dal manager al cooperante. Calma: qui non si tratta di andare insegnare niente a nessuno se non a noi stessi che siamo parte dei nord che più abbisognano di aria, foreste, acqua, energia. Abbiamo un’impronta ecologica impressionante che ci costringe a depredare terre oltreconfine. Iniziamo, quindi, a spegnere la luce, chiudere il rubinetto, prendere il bus; insomma, quell’infinità di microazioni che convengono soprattutto a noi.

Fabio Pipinato

Nuovo testo completo della Carta di Trento (versione settembre 2009):

 

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