EPA: l'Africa Occidentale non firmerà, verso gli Epa Light

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"A meno di tre mesi dalla data limite per la firma degli accordi EPA (Accordi di Partenariato Economico tra l'Unione Europea e 76 ex-colonie di Africa, Caraibi e Pacifico - ACP), le cose sembrano mettersi male per l'Unione europea. La linea intransigente del commissario al commercio Peter Mandelson non ha sortito i suoi effetti e adesso l'Ue fa i conti con un dissenso tra i Paesi ACP che sta prendendo forme in vere e proprie decisioni negoziali. È il caso della regione dell'Africa occidentale (ECOWAS), i cui Paesi membri, riunitisi in Costa d'Avorio lo scorso 5 ottobre, hanno annunciato che non firmeranno nessun accordo entro il 31 dicembre, chiedendo almeno altri due anni di tempo" - riportano CRBM, Manitese e Fair.

Anche per quanto riguarda le due regioni periferiche del Pacifico e dei Caraibi le cose non vanno troppo bene. Se per quanto riguarda quest'ultima regione fino a qualche mese fa sembravano non esserci problemi insormontabili, le divergenze stanno determinando uno stallo negoziale difficile da sbloccare in tempi rapidi. Non a caso, si comincia ad affacciare l'idea di un accordo Epa Light che contempli solamente il capitolo dei beni, escludendo sia i servizi che tutti gli atri temi come la concorrenza, gli appalti pubblici e gli investimenti - sottolineano le tre associazioni.

Stesso discorso per i Paesi del Pacifico, dove però gli ultimi sviluppi negoziali fanno pensare ad un accordo che non coinvolgerà nemmeno tutti i Paesi della regione. Insomma, via i servizi e gli investimenti quando solo qualche mese fa Mandelson minacciava la fine del regime di preferenze e di recente il taglio consistente degli aiuti per i programmi regionali di assistenza, qualora i due capitoli negoziali non fossero stati contemplati negli accordi Epa. Pressioni affinché l'intransigenza europea diminuisca vengono anche dall'interno della stessa Unione, dove alcuni Paesi stanno spingendo per una soluzione Epa Light che sembra a questo punto configurarsi realmente.

Solo una settimana fa, inoltre, in un rapporto redatto dalla divisone commercio e industria dell'Unione Africana (UA) con il supporto della Commissione delle Nazioni Unite per l'Africa, l'UA ammoniva i Paesi africani di non firmare accordi di libero scambio se il loro obiettivo è quello di colpire lo sviluppo del continente. Nel documento poi si afferma che "l'Ue concepisce lo sviluppo soltanto come la liberalizzazione dei commerci e l'adozione di regole non discriminanti in materia di investimenti, appalti pubblici e concorrenza". Infine, nel rapporto si evidenzia che " i negoziatori della Commissione europea abbiano fallito nel cogliere la filosofia socio-economica e politica che guida i processi di integrazione regionale in Africa" - concludono le tre associazioni.

Nei giorni scorsi il Senato italiano ha approvato un ordine del giorno che chiede al governo di verificare i contenuti degli EPA, gli Accordi di Partenariato Economico tra l'Unione Europea e 76 ex-colonie di Africa, Caraibi e Pacifico (ACP) che, se rimanessero allo stato attuale, piegherebbero l'economia di molti di questi Paesi. La Commissione Europea ha fissato come data ultima per la firma la fine dell'anno e per questo nelle scorse settimane diverse associazioni avevano promosso una Giornata mondiale di mobilitazione contro gli Epa, lo "Stop Epa Day!".

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