www.unimondo.org/Guide/Salute/Salute-mentale/Il-Punto-d-Incontro-206530
Il Punto d'Incontro...
Salute mentale
Stampa

Foto: Puntodincontro.trento.it
Attualmente sono circa 700.000 gli homeless sparsi per l’Europa, numero che registra il drammatico aumento del 70% nell’ultimo decennio. La Commissione parlamentare europea per le petizioni (PETI) in questi ultimi 10 anni, infatti, ha ricevuto numerose raccolte firme che richiamano l’attenzione sull’aumento dei senzatetto nell’Unione europea dovuto ai costi degli alloggi, alle crisi economiche, alla riduzione della protezione sociale e all’inadeguatezza delle politiche sociali in atto. La recessione economica, la perdita di posti di lavoro e di reddito indotti dal Covid-19 hanno fatto ulteriormente aumentare il costo degli alloggi e di conseguenza anche il tasso di senzatetto in Europa. A fare la fotografica di questa situazione sono state nel 2020, con un report, la Fondazione Abbé Pierre e FEANTSA, che conti alla mano hanno anche dimostrato come “mobilitando meno del 3% dei sussidi previsti dal budget del Piano di ripresa post-Covid, l’Unione europea e gli Stati membri sono in grado di ricollocare immediatamente tutti i senzatetto in Europa in condizioni dignitose per un anno intero”. Impossibile? No, tutt’altro e a dimostrarlo è stata proprio la recente pandemia, che contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, “grazie alle misure di emergenza per fornire un tetto ai più vulnerabili prese da tutti i paesi europei è riuscita a tamponare, in parte e temporaneamente, questo delicato problema”. Da qui si è capito “che è possibile porre fine alle sofferenze dei senzatetto se davvero lo si vuole, perché ci sono i mezzi per farlo”.
Per questo lo scorso novembre alcune linee guida per dare a tutti un tetto in Europa, un obiettivo che sarebbe un grandissimo successo sociale, sono state approvate dal Parlamento dell’Unione europea con una risoluzione non legislativa: “L’alloggio - ha ricordato l’Europarlamento - è un diritto umano fondamentale, perciò si chiede un’azione più forte da parte della Commissione e dei Paesi Ue per porre fine al fenomeno dei senzatetto entro il 2030”. Per farlo il Parlamento ha invitato la Commissione e i Paesi Ue “ad utilizzare gli strumenti disponibili nell’ambito del bilancio europeo a lungo termine (2021-2027)”. La Commissione europea è adesso chiamata a sostenere i Paesi Ue, migliorare il monitoraggio, continuare a fornire finanziamenti e presentare un quadro europeo per le strategie nazionali. Ai Paesi dell’Unione spetta invece il compito di adottare il principio di “Housing First”, che aiuta a ridurre significativamente il fenomeno dei senzatetto, introducendo piani d’azione e approcci innovativi basati sul concetto che la casa è un diritto umano fondamentale. Come? Il Parlamento ha individuato alcune raccomandazioni rivolte agli Stati membri, tra le quali “assumersi la responsabilità di affrontare il problema dei senzatetto e lavorare sulla prevenzione e sull’intervento precoce; scambiare le pratiche ottimali con altri Paesi dell’Unione; depenalizzare il fenomeno dei senzatetto; fornire pari accesso ai servizi pubblici come l’assistenza sanitaria, l’istruzione e i servizi sociali; sostenere l’integrazione nel mercato del lavoro attraverso l’assistenza specializzata, la formazione e programmi mirati; fornire assistenza finanziaria alle organizzazioni, associazioni e ONG impegnate per i senza fissa dimora, sostenendo le autorità locali per garantire spazi sicuri ai senzatetto e prevenire gli sfratti, soprattutto durante la pandemia di COVID-19”.
Uno di questi sforzi di assistenza, accompagnamento e cura dei senza fissa dimora a Trento è portato avanti dal 1979, in rete con altri servizi, dalla Cooparativa Punto d'Incontro. Fondata a Trento da don Dante Clauser con altri otto soci è nata per offrire risposte ai bisogni primari delle persone senza dimora, attraverso l’invito a pranzo semplice ed efficace di don Dante: “siediti e parliamo”. Da più di 40’anni il Punto di Incontro si fa carico di ascoltare, sfamare e dare risposte ai senza dimora, ai più poveri, agli esclusi, a tutte quelle persone giovani o anziane che non hanno risorse per soddisfare le più elementari necessità. “La città non può permettersi di affrontare l’inverno senza risposte adeguate mentre la curva dei contagi torna a salire pericolosamente. Da parte di chi si occupa quotidianamente di fragilità, la richiesta alla Giunta Provinciale e alla nuova Giunta Comunale è quella di mantenere alta l'attenzione, sostenendo la rete dei servizi che si occupano di grave marginalità adulta, una rete che in questi anni ha mostrato il suo valore e che sta lavorando per uscire dalla logica emergenziale nello sforzo di sviluppare strategie di lungo respiro” aveva ricordato lo staff della Cooperativa in ottobre, avviando le aperture domenicali straordinarie del centro diurno di via Travai, non previste nei finanziamenti pubblici, e sostenute solo grazie alle donazioni dei trentini. Domani alle 10.00 in via Travai davanti al Punto d'Incontro e in diretta Facebook, con le testimonianze di alcuni ospiti che racconteranno la propria esperienza sulla strada, alle donazioni che hanno permesso di sostenere la Cooperativa e i suoi ospiti durante l’inverno, si aggiungerà quella che amici, parenti e lettori hanno fatto in memoria del nostro direttore ad Unimondo Piergiorgio Cattani, scomparso l’8 novembre scorso.
Questa raccolta fondi, accolta con gratitudine dalla direttrice della Cooperativa Punto d’Incontro Milena Berlanda, dal presidente Osvaldo Filosi e da tutto lo staff, voluta dalla famiglia di Piergiorgio Cattani e coordinata da Fondazione Fontana, che di Unimondo è l’editore, non è casuale. Piergiorgio come don Dante sapeva ascoltare e credeva in una comunità solidale, capace di prendersi cura e valorizzare le fragilità di tutti, a cominciare da chi ne aveva più urgenza e bisogno. ”I poveri sono concreti, - ricordava Piergiorgio - l’opzione preferenziale per i poveri non è un’astrazione: i poveri sono i migranti che non sono voluti da nessuno, i profughi che fuggono dalla guerra, i barboni scacciati da tutti, il vicino di casa chiuso nella solitudine, gli anziani dimenticati nelle case di riposo, i campesinos di Romero. Sappiamo quanto difficile è accogliere e amare queste persone. Ma il mondo si salva soltanto se riesce a coltivare e diffondere il sentimento della fraternità umana”. Con il loro impegno gli "eredi" di don Dante ci ricordano che “Una città sicura, si costruisce garantendo sicurezza alle persone che vivono in strada, perché prendersi cura di chi sta in strada è prendersi cura della comunità. Come ogni altro essere umano le persone senza dimora hanno diritto ad avere sempre un posto dove stare ed essere ascoltate: una prospettiva che va affermata con maggiore forza e determinazione in un periodo di emergenza sanitaria globale come questo”.
Il tema del fare assieme e la fiducia nelle potenzialità della collaborazione, anche e soprattutto quando serve ad aiutare i più fragili, sono sempre stati centrali anche nelle ultime riflessioni di Piergiorgio, soprattutto durante questa pandemia che per il nostro direttore “Ci insegna quanto sia difficile andare oltre i propri interessi egoistici di fronte a un virus che si fa beffe di confini, distinzioni etniche o nazionali, ceto sociale e status economico. Questo vale a tutti i livelli. Anche nel nostro piccolo. Riscoprire una mutua collaborazione, credendo che insieme possiamo vincere, è il primo requisito per qualsiasi tentativo di ricostruzione”. Provare a “vincere” iniziando dal sostegno alle fragilità più evidenti, cercando, come fa il Punto d'Incontro, "con umanità e competenza di instaurare un rapporto fondato sull’ascolto, il dialogo e la ricerca comune di possibili percorsi di ricostruzione di relazioni umane e di reinserimento” è una sfida che Piergiorgio ha fatto sua fin dal 2013, quando la comunità Saint Martin CSA, un organizzazione partner di Fondazione Fontana con sede a Nyahururu in Kenya, aveva realizzato una raccolta fondi devoluta proprio al Punto di Incontro. I 2.500 euro (circa 25 mensilità di stipendio in Kenya) raccolti con quella inedita beneficenza che dal Sud arrivava nel Nord del mondo, per Piergiorgio "non sono stati il gesto di chi deve sdebitarsi degli aiuti internazionali, ma il frutto di una cooperazione condivisa, di una solidarietà internazionale che genera reciprocità e voglia di impegnarsi". Per Fondazione Fontana era chiaro ieri come oggi che “Se questo tipo di cooperazione si diffonde sul territorio e a livello globale fa maturare le comunità e le fa sentire corresponsabili, anche se poste a migliaia di chilometri di distanza. È il segno che le comunità, anche in tempo di crisi o in difficoltà, non devono chiudersi in se stesse ma conservare uno spirito di relazione e apertura verso le altre comunità. Perché non si è mai troppo poveri per dare, né troppo ricchi per ricevere”. A questo spirito Piergiorgio si sentiva particolarmente vicino e per questo ai bisogni di chi oggi è più fragile la famiglia Cattani ha voluto tramite il Punto d'Incontro destinare le offerte raccolte in suo ricordo.
Alessandro Graziadei

Sono Alessandro, dal 1975 "sto" e "vado" come molti, ma attualmente "sto". Pubblicista, iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2009 e caporedattore per il portale Unimondo.org dal 2010, per anni andavo da Trento a Bologna, pendolare universitario, fino ad una laurea in storia contemporanea e da Trento a Rovereto, sempre a/r, dove imparavo la teoria della cooperazione allo sviluppo e della comunicazione con i corsi dell'Università della Pace e dei Popoli. Recidivo replicavo con un diploma in comunicazione e sviluppo del VIS tra Trento e Roma. In mezzo qualche esperienza di cooperazione internazionale e numerosi voli in America Latina. Ora a malincuore stanziale faccio viaggiare la mente aspettando le ferie per far muovere il resto di me. Sempre in lotta con la mia impronta ecologica, se posso vado a piedi (preferibilmente di corsa), vesto Patagonia, ”non mangio niente che abbia dei genitori", leggo e scrivo come molti soprattutto di ambiente, animali, diritti, doveri e “presunte sostenibilità”. Una mattina di maggio del 2015 mi hanno consegnato il premio giornalistico nazionale della Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue “Isabella Sturvi” finalizzato alla promozione del giornalismo sociale.