Val Lemme: ecofesta per sentenza contro Cementir

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Hanno festeggiato la Pasquetta al cantiere del foro pilota del Terzo Valico a Voltaggio i circa cento esponenti del Comitato no Tav-Terzo Valico ligure-piemontese arrivati dalla Liguria e da diverse località della provincia di Alessandria. "La nostra è una manifestazione simbolica contro quest'opera inutile - spiega Flavio Speranza del comitato No Tav-Terzo Valico - ma soprattutto vogliamo far comprendere che l'opposizione al Terzo Valico ci sarà anche quando inizieranno i lavori. Abbiamo scelto la tradizionale giornata di Pasquetta, giorno tipico in cui si festeggia sui prati della Vallemme, per dire al Covic e a tutti i politici favorevoli a questa grande opera che vogliamo riprenderci la terra che ci è stata tolta con questi cantieri, di fronte ai quali si trova un'altro scempio causato a questa valle, la vecchia cava Cementir". I lavori nel cantiere di Voltaggio sono formalmente bloccati dal 24 febbraio 1998, giorno in cui il ministro Ronchi emanò un decreto nel quale si evidenziava come lo scavo visibile attualmente, invece di essere un cunicolo esplorativo o sondaggio geognostico, era in realtà una vera e propria galleria, realizzata senza una valutazione di impatto ambientale e senza un progetto definitivo - riporta Giampiero Carbone per "La nuova Ecologia".

La scorsa settimana il Consiglio di Stato ha respinto l'ultimo ricorso presentato dalla ditta d'estrazioni Cementir- Cementiere del Tirreno Spa per ottenere l'apertura della cava nel comune di Voltaggio (Al) nella Val Lemme. La cava rischiava di compromettere in maniera irreparabile la sorgente che rifornisce gli abitanti della valle. "Speriamo che sia messa la parola fine a questa vicenda, nel senso che noi auspichiamo, cioè la salvaguardia delle fonti del Rollino". Così il presidente del circolo Legambiente Vallemme Mario Lombardini si era pronunciato sull'attesa sentenza del Consiglio di Stato riguardante la cava (tecnicamente una miniera) Cementir in questa valle al confine tra Piemonte e Liguria, tra le province di Alessandria e Genova.

Quella della Val Lemme era diventata una vicenda emblematica anche a livello nazionale con un ampio movimento di protesta delle popolazioni locali. In discussione il fatto di compromettere la falda acquifera di un'intera valle e una zona di grande pregio naturalistico per gli interessi di una ditta d'estrazioni. La vicenda è iniziata nel 1987, quando la Cementir ha ottenuto la concessione mineraria per la coltivazione della cava del Monte Bruzeta, nonostante la presenza nell'area delle sorgenti che alimentano gli acquedotti di Carrosio e di Gavi. Nel 1990, infatti, c'è il primo esposto inoltrato dal comune di Carrosio.

"Questa sentenza manda al Paese un chiaro messaggio di legalità, di rispetto e salvaguardia delle risorse e dell'ambiente- ha dichiarato Vanda Bonardo, presidente Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta - contro la logica delle lobby e dell'interesse personale" - ha commentato Roberto Della Seta, presidente di Legambiente. "La sentenza del Consiglio di stato ci dà ragione e avvalora una battaglia che è stata non solo giusta ma necessaria. L'abbiamo vissuta con la passione di chi crede che tutela dell'ambiente e rispetto dei diritti democratici di partecipazione siano un tutt'uno. Oggi più che mai è chiaro che non c'erano i presupposti per la coltivazione della cava e per la costruzione dell'acquedotto di Rio Striate che necessariamente va smantellato".

La Cementir ha infatti iniziato i lavori per la costruzione di un nuovo acquedotto da sostituire a quello attuale, ma anche il consiglio di Stato ha riscontrato che "la maggiore qualità delle acque sotterranee" della sorgente attuale "fa si che tali acque costituiscano una risorsa idrica da salvaguardare". "L'alternativa offerta con l'acquedotto del Rio acque Striate non era accettabile - continua Bonardo- l'acqua delle sorgenti è acqua pregiata e anche se la quantità è ridotta va comunque tutelata, il venir meno di ogni piccola fonte comporta un aumento del danno all'intera risorsa e alla comunità". [GB]

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