Turchia: elezioni e delegazioni di osservatori

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In Turchia lo scorso fine settimane si sono tenute le elezioni amministrative che hanno visto vincere il partito al governo del primo ministro Recep Tayyip Erdogan. "Giustizia e Sviluppo" (AK), formazione filo occidentale e di radici islamiche, avrebbe vinto in 55 citta' su 81, comprese Istanbul e Ankara. Erdogan ha dichiarato che il risultato rafforza il suo esecutivo dando un impulso alla politica di riforme diretta a un rilancio dell'economia e all'entrata del paese nell'Unione europea. L'opposizione di centrosinistra (Partito Repubblicano) ha ottenuto il 15% dei consensi, mentre le formazioni di destra hanno conquistato complessivamente il 10%. Le elezioni amministrative si tengono mentre è in corso in Turchia un accesso dibattito sul decentramento, tra chi vorrebbe una maggiore autonomia per le province e chi teme che la perdita di controllo da parte della pubblica amministrazione, fortemente centralizzata, ma anche del tutto laica, porterebbe perdita di posti di lavoro e rischi di influenze religiose. Contro le proposte di decentramento si era tenuto ad Ankara, ai primi di marzo, un affollato corteo di protesta.

Intanto sono rientrate dal Kurdistan una parte delle delegazioni - 45 persone dalla Germania, 50 dalla Svezia, 58 dalla Francia, 20 dall'Inghilterra e 80 dall'Italia - i gruppi di osservatori che lo scorso 21 marzo hanno partecipato al capodanno curdo chiamato Newroz. A comporre la delegazione italiana c'erano 16 "Donne in nero" italiane che, dopo gli incontri ad Istanbul con le associazioni della società civile curde e turche, sono fino al 30 marzo nelle zone di Diyarbakir, Batman e Mardin, nei seggi con le candidate a sindaco. Il resto della delegazione italiana - giuristi, giornalisti, artisti, sindacalisti, rappresentanti degli enti locali, dell'associazionismo e dei movimenti sociali - ha incontrato un ampio arco di società civile: le "madri per la pace", il Partito democratico del popolo, il Partito del lavoro, il Partito libero, l'Associazione per i diritti umani, i sindacati, l'Associazione familiari dei detenuti, l'Associazione dei profughi, avvocati, medici, amministratori locali, associazioni ambientaliste e della cultura.

Nei resoconti giunti dalle delegazioni nella settimana scorsa si legge che molti paesi sono stati bombardati e distrutti affinchè venissero abbandonati dalle famiglie che vi abitavano, tra questi il villaggio di Taht che fu distrutto nel 1997. La delegazione ha visitato il crepaccio di Le㾀 Deresi (la valle della morte) da cui furono gettate circa 6.000 persone tra cui donne e bambini negli anni terribili che vanno dal 1938 al 1942. I resti di circa 3.000 vittime si trovano ancora sul fondo del crepaccio. In Kurdistan apre la prima scuola di lingua kurda URFA (Kurdistan turco). E' la prima scuola che apre in Turchia dopo l'approvazione della legge che autorizza l'insegnamento della lingua madre dei 20 milioni di kurdi che popolano il Kurdistan turco. Il gruppo della delegazione italiana che partecipa alla carovana per la pace e i diritti è stata accolta nei locali che odorano di pittura e vernice fresca dal direttore e dai suoi collaboratori.[AT]

Altre fonti: Ufficio d'Informazione del Kurdistan, Carta Mondo, Peace Reporter

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