Servizio civile: scarsa partecipazione al voto, pessimo segnale

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"La scarsa partecipazione al voto dei volontari in servizio civile per eleggere i loro delegati regionali è un pessimo segnale che deve far riflettere attentamente il Ministro Paolo Ferrero". E' quanto ha dichiarato Massimo Paolicelli, Presidente dell'Associazione Obiettori Nonviolenti, commentando i risultati del voto dei volontari appena diffusi sul sito dell' Ufficio nazionale per il Servizio civile.

"Sui 47.500 aventi diritto al voto hanno votato solo 3.345 volontari, pari al 7,01%, con un lieve incremento rispetto alla prima tornata quando votarono solo il 6,5%. Dato emblematico è l'elezione della delegata della Valle D'Aosta, avvenuta con un solo voto, ma anche i molti candidati che hanno ricevuto zero voti. La persistenza della scarsa affluenza - prosegue Paolicelli - conferma la nostra denuncia di una bassa efficacia e freddezza del sistema informatico".

"Ma quello che sta drammaticamente emergendo è anche una certa disillusione tra i giovani rispetto al sistema servizio civile. La scarsa attenzione alle radici storico-culturali del fenomeno e lo scarso impegno finanziario di questo Governo, stanno segnando pesantemente il futuro di questa esperienza. Quest'anno partiranno 39.000 giovani, a fronte di oltre 122.000 richieste, rispondendo positivamente solo per il 32% dei posti disponibili, mentre lo scorso anno sono partiti oltre 45.000 volontari, su circa 100.000 richieste, accontentando il 45% dei posti messi a disposizione. Oltretutto ad oggi non è ancora stata ricostituito il Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta.

Il Governo - continua il Presidente dell'AON - in Finanziaria ha fatto altre scelte, dando al servizio civile 256 milioni di euro ed alla difesa in armi 21 miliardi, con un incremento dell'11,3% rispetto all'anno precedente. Così le sentenze della Corte Costituzionale che sanciscono che il servizio civile concorre alla difesa della Patria come il servizio militare, restano belle parole".

"Come sono belle le parole profuse in continuazione dal Capo dello Stato fino al sottosegretario con delega, ma che - conclude Paolicelli - fino a che restano tali non possono che generare tra i giovani volenterosi di darsi da fare per costruire un paese diverso, lo sconforto di vedere uno Stato incapace di investire pochi euro in loro, mentre foraggia faraonici ed inutili sistemi d'arma" - conclude Paolicelli.

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