Roma: in 3000 consegnano le impronte, si allarga la protesta

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"Abbiamo voluto fare questa iniziativa simbolica perché è inaccettabile una schedatura di massa delle minoranze su base etnica". Così il presidente dell'Arci, Paolo Beni, ha commentato l'iniziativa 'Prendetevi le nostre impronte!' di schedatura pubblica e volontaria promossa ieri dall'Arci a Roma in piazza Esquilino, storico quartiere multietnico della capitale. "E' inaccettabile - ha proseguito Beni - soprattutto per i bambini: si ledono i diritti universali del fanciullo". Per Beni si tratta di un provvedimento "inefficace e inutile per gli scopi che si vogliono raggiungere: in questo non si combatte la criminalità ma si rischia di fomentare la discriminazione". Sul tema il presidente dell'Arci ha rilasciato un'ampia intervista a aprileonline.info.

All'iniziativa hanno aderito oltre 3000 persone tra cui numerosi intellettuali e diverse associazioni della società civile. Nell'aderire Legambiente ha sottolineato che "la rilevazione delle impronte digitali dei Rom è discriminatoria". "Schedare una parte di popolazione in base all'etnia è una decisione razzista e antidemocratica; la legge è e deve rimanere uguale per tutti" - ha commentato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente scendendo in piazza a farsi "schedare".

"Oggi, in Italia, si torna a parlare di regolamenti e leggi su base etnica. Il mondo si allarma, l'Europa ammonisce, ma nessuno qui si preoccupa" - commenta Peacereporter, l'agenzia di informazione di Emergency. "Fossimo normali, la schedatura su base etnica proposta dal governo e attuata dai prefetti di alcune città avrebbe causato una sacrosanta rivolta. Ma nessuno si indigna". "Noi, di nasconderci, non abbiamo nessuna intenzione" - conclude Peacereporter aderendo all'iniziativa promossa dall'Arci e dedicando un'edizione speciale del mensile al popolo Rom e Sinti.

Dopo il commento di Famiglia Cristiana all'"indecente proposta razzista" del ministro Maroni, sono state numerose le prese di posizione delle organizzazioni umanitarie e delle associazioni. Nei giorni scorsi va segnalata anche quella delle Acli che definisce "disciminatorio l'obbligo di rilevazione delle impronte digitali". "Non possiamo assistere innocentemente al ritorno della discriminazione su base etnica" - ha affermato il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero. Anche la la Comunità di Sant'Egidio ha definito la proposta del ministro Maroni "una pratica discriminatoria e inutile" e propone l'adozione di politiche che consentano ai nomadi di godere degli stessi diritti dei cittadini e una "piattaforma di ragionevolezza".

Intanto iniziative di protesta nei confronti della proposta Maroni si stanno diffondendo in altre città: Caritas e Acli di Como hanno raccolto oltre duecento schede e impronte di bambini da un mese a quattordici anni da presentare al prefetto di Como. Altre iniziative si sono tenute a Milano. E oggi a Trento numerose associazioni, tra cui Unimondo, aderiscono all'iniziativa promossa da CNCA Trentino Alto Adige per una raccolta di firme contro il "censimento" dei Rom e dei Sinti previsto dal ministro Maroni a Milano, Roma e Napoli. [GB]

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