R.D. Congo: crescente spirale di violenze, l'appello di Vita

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"Nuovi scontri con civili nel panico" e una "spirale di violenze fuori da ogni controllo" sono i titoli degli ultimi comunicati dell'agenzia di stampa dell'Onu sulla situazione nella Repubblica Democratica del Congo (R.D. Congo). "Gli attacchi del Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo (CNDP) hanno causato nuovi sfollamenti nel Nord Kivu" mentre cresce "l'escalation di violenze sessuali nelle forme più brutali commesse da entrambe le parti in conflitto, compresi i militari dell'esercito" - riportano le agenzie l'Onu.

L'Alto Commissario per i Diritti Umani, Navi Pillay, ha chiesto alla comunità internazionale di prendere "azioni urgenti" per fermare il crescente ciclo di "violenze sessuali, spargimenti di sangue e distruzione" nelle provincie orientali della R.D. Congo. Dalla ripresa dei combattimenti in Nord Kivu nello scorso agosto, L'Alto Commissario per i Diritti Umani ha documentato "un costante peggioramento della situzione dei diritti umani" con "esecuzioni sommarie, rapimenti, stupri e saccheggi commessi giornalmente dai gruppi armati operanti nella regione".

Nonostante alcune tregue, "continua la fuga dei civili dalle regioni orientali del Nord e Sud Kivu" - riporta Nigrizia che rilancia l'allarme di Medici senza Frontiere (MSF) di "migliaia di profughi a rischio colera". "Una pericolosa epidemia di colera si sta dilagando sulle sponde del Lago Edoardo. Dopo i primi 47 casi sospetti, un'equipe di Medici Senza Frontiere sta cercando di stabilire l'entità dell'epidemia che potenzialmente potrebbe colpire 5.000 rifugiati che si trovano in zona, in seguito alla fuga dai propri villaggi. L'attuale mancanza di personale sul luogo, dovuta alle difficoltà di trasporto sulle principali vie di comunicazione, rischiano però di far dilatare ulteriormente i tempi" - riporta MSF.

A fronte della situazione il settimanale Vita ha lanciato un appello alle massime istituzioni nazionali e europee affinchè la tragedia umanitaria non venga ignorata. "Congo, l'indifferenza significa collusione" è il titolo dell'editoriale-appello che ha già visto tra i primi cento firmatari i leader delle più importanti associazioni italiane e politici di entrambi gli schieramenti. "La situazione sta drammaticamente precipitando nella Repubblica Democratica del Congo e la comunità internazionale sembra essere una volta di più impotente di fronte alle devastazioni perpetrate dagli opposti schieramenti" - denuncia l'appello.

"Testimonianze concordi raccolte sul campo segnalano la presenza di soldati regolari dell'Angola e dello Zimbabwe al fianco delle truppe governative nella regione orientale del Nord Kivu. Analoghe informazioni, provenienti dalla società civile, indicano la presenza di soldati ruandesi al fianco dei ribelli, che continuano inesorabilmente ad avanzare. Dunque - continua l'appello - non si tratta più di una "guerra civile" avendo ormai la crisi armata acquisito una dimensione panafricana; uno scenario che fa sembrare possibile una riedizione della seconda guerra congolese esplosa, dieci anni fa, il 2 agosto del 1998".

"Come hanno detto i vescovi cattolici congolesi è in atto un genocidio silenzioso, messo in atto con crudeltà inaudita. Secondo i presuli, la violenza fa parte di un piano di spartizione del Paese e delle sue straordinarie risorse minerarie". Davanti a questa nuova guerra devastante che rischia di trasformarsi in una "nuova ecatombe", "non si può restare con le mani in mano, pensando che non ci riguardi" - ribadisce l'appello che - ricordando gli appelli finora avanzati dai cooperanti e dai missionari italiani che operano nella regione - chiede una " iniziativa politica e morale del nostro paese, della società civile e di chi sta al governo in Italia e in Europa". [GB]

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