Palestina: sassi contro l'Operazione Colomba

Stampa

Alle ore 13.15, ora italiana, i nostri volontari italiani della Operazione Colomba presenti a sud di Hebron, in Cisgiordania, sono stati fatti bersaglio di un lancio di pietre da parte di un gruppo di uomini incappucciati. L'episodio si è verificato durante l'accompagnamento a casa dei bambini palestinesi, al termine dell'orario scolastico. Il luogo era il medesimo, nei pressi di un insediamento di coloni israeliani, dove una settimana fa sono stati aggrediti e feriti con catene di ferro e bastoni due volontari americani che collaborano con l'Operazione Colomba, Chris Brown e Kim Lamberty.

Al fatto hanno assistito, senza intervenire, il responsabile della sicurezza dell'insediamento israeliano di Ma'hon e una donna, ufficiale dell'esercito. I beduini palestinesi, con cui i volontari dell'Operazione Colomba condividono la vita, sono un gruppo molto pacifico che non hanno mai creato problemi ai coloni israeliani presenti negli insediamenti vicini.

"Ancora una volta deploriamo e condanniamo queste azioni che hanno come obiettivo di impedire ai volontari internazionali di accompagnare e proteggere i bambini , durante il tragitto per andare a scuola. Chiediamo alle autorità civili e militari israeliani di prendere solleciti provvedimenti per garantire legalità e sicurezza ai bambini palestinesi, ai nostri volontari e a quanti collaborano con noi" ha dichiarato don Oreste Benzi dell'Associazione comunità Papa Giovanni XXIII da cui ha preso vita il progetto del corpo di pace nonviolento dell'Operazione Colomba.

In seguito alle minacce subite nei giorni scorsi dai volontari in Palestina da parte dell'esercito israeliano, l'Operazione Colomba chiede di sostenere la petizione rivolta alle autorità israeliane che chiede di garantire la sicurezza della popolazione civile palestinese e tutelare la presenza di cittadini stranieri nei territori palestinesi sottoposti ad amministrazione civile israeliana. I volontari hanno l'autorizzazione dell'esercito ad effettuare l'accompagnamento e la strada non e' soggetta a restizioni. La polizia e l'esercito hanno il dovere di tutelare tutta la popolazione compresi gli internazionali, trattandosi di zona sotto completa amministrazione israeliana.

Ultime su questo tema

Celebrato il pacificatore solo silenzio mentre a Gaza si continua a morire

20 Ottobre 2025
Arma infame: peggiorano fame e malattie. I coloni bloccano i camion e il valico di Rafah resta chiuso. Per debellare meningite, diarrea, malattie respiratorie ci vorrà un lavoro «gigantesco». ...

“L’accordo per Gaza deciso senza il minimo coinvolgimento dei palestinesi”.

14 Ottobre 2025
Intervista a Maria Elena Delia, referente per l’Italia della Global Sumud Flotilla e Global Movement to Gaza. Il ricordo di Vittorio Arrigoni. (Laura Tussi)

Marcia della pace, un fiume di gente come nel 2001

13 Ottobre 2025
È statauna marcia PerugiAssisi “che non si vedeva dal 2001 quando ci fu pochi giorni dopo l’invasione dell’Afghanistan seguita all’attacco alle Torri gemelle” quella di oggi. A dirlo è Flavio Lotti...

Medici, operatori umanitari e giornalisti: intervista a Elisabeth Di Luca in rotta su Gaza

07 Ottobre 2025
Lo scorso 30 settembre è partita la Conscience della Freedom Flotilla Coalition, con a bordo un centinaio tra medici, operatori umanitari, giornalisti ed equipaggio: nelle pro...

SONO SUPER!

06 Ottobre 2025
Matteo Merli è un illustratore e ha creato questa breve storia e ce l’ha mandata. Dice tutto quello che dovremmo avere già capito da tempo.

Video

Sbilanciamoci! Agire un'altra politica