Migranti: reazioni al no a Genova per il diritto al voto

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Dopo il Consiglio di Stato arriva anche la bocciatura del Consiglio dei ministri alla delibera del Consiglio comunale di Genova del 27 luglio che estende il diritto di votare alle elezioni comunali e circoscrizionali ai cittadini stranieri purché in Italia da almeno 10 anni e in regola col permesso di soggiorno. Di fatto il pronunciamento del Consiglio di Stato di qualche giorno fa, interpellato dal ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, aveva dichiarato illegittima la modifica dello Statuto comunale della città di Torino. Un parere, motivato dal fatto che non si possono concedere tali diritti a livello locale in mancanza di un'adeguata regolamentazione nell'ordinamento nazionale. La concessione del voto agli extracomunitari residenti è, secondo il sindaco di Genova Pericu, "una necessaria evoluzione dell'ordinamento giuridico che vada verso l'accoglienza e l'integrazione degli stranieri".

Ora Pericu non esclude l'impugnazione del provvedimento di fronte al giudice amministrativo. "Il meno che si possa dire - ha proseguito Pericu - è che non sembra una decisione nello spirito del tanto declamato federalismo". Tuttavia il problema che si pone è anche a livello legislativo, alle cui sedi bisogna pur guradare: esiste la "chiara necessità di una evoluzione dell'ordinamento nazionale capace di consentire queste decisioni: il Governo e il Parlamento a mio giudizio dovrebbero attivarsi in questa direzione anzichè stoppare d'autorità i comuni". "Vogliamo porre un problema politico forte per garantire al meglio il ruolo degli amministratori" dichiara Fabio Sturani, vice presidente e responsabile immigrazione dell'Anci, l'associazione dei comuni italiani: "In Italia - ha detto Sturani - sono cinque le amministrazioni che hanno dato il via libera al voto agli immigrati, Ancona, Firenze, Torino, Forlì e Cesena. Si tratta di Comuni- che si sono allineati a quello che già da molti anni stanno facendo molti Paesi europei, l'Irlanda, la Svezia, la Danimarca, l'Olanda e la Norvegia, dove ai cittadini extracomunitari sono riconosciuti i diritti di elettorato attivo e passivo alle elezioni amministrative".

Intanto a Roma è partita la raccolta di firme su due proposte di delibera popolare per il voto ai cittadini stranieri non comunitari e apolidi alle elezioni municipali e comunali di Roma. " Mentre la politica del diritto speciale per gli stranieri subisce un balzo in avanti con il pacchetto Pisanu anti-terrorismo, c'è chi cerca di uscire dal ricatto dell'emergenza proponendo politiche attive di cittadinanza per tutti, a partire dal diritto di voto" dichiarano i promotori della raccolta di firme che vuole sollecitare la maggioranza del Campidoglio a non rimuovere ulteriormente una promessa fatta da tempo e dare visibilità a quanti non condividono l'assurda identificazione riproposta in modo ossessivo tra cittadino straniero "non comunitario" e potenziale o presunto terrorista. Per questo la campagna cittadina sul diritto di voto, sostenuta da un numero ampio di adesioni collettive e individuali, assume in questo momento un significato che va dunque ben oltre l'obiettivo specifico prefissato. [AT]

Fonte: Anci

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