Italia: successo di Terra Futura, oltre 48mila visitatori

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Si è chiusa con successo la seconda edizione di Terra Futura, la mostra convegno internazionale dedicata alle buone pratiche di sostenibilità. A Firenze, presso la Fortezza da Basso, oltre 48.500 visitatori in queste tre giornate: addetti ai lavori, cittadini impegnati nei movimenti e nelle associazioni, studenti, famiglie. Più di 100 appuntamenti in calendario tra convegni, dibattiti e workshop, con quasi 500 relatori nazionali e internazionali; 300 gli espositori - di cui 140 aziende, 110 enti non profit, 50 istituzioni - per oltre 2.000 realtà presenti in rassegna. L'evento è stato promosso da Banca Popolare Etica, Fondazione Culturale Responsabilità Etica Onlus, ADESCOOP - Agenzia dell'Economia Sociale s.c., e vede come partner Arci, Cisl, Consorzio Etimos, Etica SGR, Fiera delle Utopie Concrete, Rivista "Valori".

Rappresentanti e responsabili del mondo dell'associazionismo e del non profit, delle istituzioni, del mondo delle imprese si sono dati appuntamento in questi giorni alla Fortezza da Basso, per far conoscere e diffondere le buone pratiche di sostenibilità esistenti e già sperimentate nei vari ambiti: dalla produzione biologica e le energie rinnovabili, alla finanza etica, dal consumo critico al turismo sostenibile, e ancora commercio equo, tutela dell'ambiente, responsabilità sociale e di impresa, partecipazione democratica, diritti delle persone e dei popoli, pace.

"Per questa seconda edizione di Terra Futura abbiamo chiesto agli espositori di "autocertificare" le proprie buone pratiche. Un esperimento che in Italia non ha precedenti - ha sottolineato Ugo Biggeri, presidente Fondazione Culturale Responsabilità Etica Onlus - Inoltre, c'è stata una grande risposta sui temi e una forte attenzione a quello del commercio internazionale che ha coinvolto tante categorie". Tema cardine di questa seconda edizione quello dei "beni comuni", intesi come acqua, aria, sicurezza, ma anche pace, dignità della persona, rispetto dei diritti. Un filo rosso che ha attraversato e tenuto insieme tutti gli appuntamenti in calendario, nel tentativo di rispondere ad alcuni interrogativi e di mettere in sinergia tutte le esperienze esistenti. "Il dibattito è stato molto qualificato - aggiunge Biggeri -: il lavoro da fare è molto, l'intuizione di lavorare sui beni comuni a Terra Futura potrà proseguire negli anni prossimi, perché ha trovato l'attenzione del sindacato, dei movimenti, delle istituzioni, e anche di alcune imprese che hanno presentato ciò che fanno in questa direzione".

"L'ampia partecipazione a Terra futura - ha continuato Fabio Salviato, presidente Banca Etica - mette in luce quanta strada stiamo facendo verso la costruzione di questo "altro mondo possibile"; lo stiamo costruendo concretamente, i più di 300 stand presenti lo stanno a dimostrare con pratiche possibili e realizzabili. Un grande incoraggiamento, che ci proietta già verso la terza edizione". "Terra Futura si è rivelata un'occasione per presentare buone pratiche in tutti i campi dello sviluppo sostenibile - ha detto Claudio Martini, appena riconfermato presidente della Regione Toscana -. Una bella vetrina di tendenze ma anche di cose già concrete. Non è "futurabilia", è "roba del presente". Essere qui in una delle mie prime uscite "ufficiali" è per me l'occasione per rinnovare da subito un'attenzione specifica e un impegno su questi temi".

"Terra Futura ha dimostrato di cogliere nel segno rispetto agli obiettivi che si proponeva - ha ribadito Paolo Beni, presidente nazionale Arci, uno dei partner dell'evento -: avvicinare un numero sempre maggiore di persone ai grandi temi posti dallo sviluppo nell'era globale; renderli consapevoli della necessità di coniugare l'impegno per un mondo diverso possibile alle pratiche quotidiane concrete. Per ottenere cambiamenti a partire dal basso: nelle comunità locali, nelle relazioni, nella produzione, nei consumi e negli stessi stili vita. Manifestazioni come Terra Futura servono a mettere a confronto nello stesso luogo esperienze pratiche diverse, per far crescere una cultura dei beni comuni che è essenziale per il cambiamento del nostro paese e di questo mondo".

Fonte: Redattore Sociale

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