Italia: 'inquietante arretramento' nella lotta alle mafie

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"E' inquietante che in un paese dove governo e parlamento sono velocissimi nell'approvare provvedimenti che riguardano gruppi ristretti di persone, lo stesso governo e parlamento, ad oltre cinque mesi dal loro insediamento, non siano ancora riusciti a far partire la Commissione parlamentare Antimafia". Lo ha affermato oggi don Luigi Ciotti inaugurando la 'Carovana antimafie 2008' partita dalla Casa del Jazz di Roma, un bene confiscato. "Come se la politica non sentisse la necessità di avere voce su quello che accade ogni giorno, su un'emergenza come quella della criminalità organizzata. Come se non ci si stupisse più, come se tutto fosse statistica, con quell'assuefazione lenta che è il primo passo per non indignarsi più" - ha aggiunto il fondatore di Libera che con Arci, Banca Etica e Avviso pubblico Cgil e Cisl è tra le associazioni promotrici della XII edizione della Carovana antimafie.

Gli ha fatto eco Paolo Beni, presidente dell'Arci, sottolineando che l'intento della Carovana è quello di "coinvolgere le persone a parlare e a confrontarsi su un tema come quello dell'emergenza criminale che sembra scomparso dalle priorità del paese". "Il ruolo della Commissione Antimafia dovrebbe essere proprio quello di chi chiede e pretende la responsabilità della politica rispetto a questi temi così urgenti per il paese e per il rispetto della legalità" - insiste il fondatore di Libera. Un silenzio che pesa e che denuncia, aggiunge Paolo Beni, "un pericoloso arretramento nella lotta alle mafie, un abbassamento della guardia nonchè il progressivo svuotamento dei poteri parlamentari".

La XII edizione della 'Carovana antimafie 2008' è dedicata al 60° anniversario della Costituzione e della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Mafie, sicurezza e razzismo saranno i temi degli incontri che ne segneranno le tappe lungo tutta la penisola su due direttrici, nord e sud. Don Ciotti non ha rinunciato a un ulteriore duro ammonimento verso le 'nuove forme di razzismo' e verso chi pretende di scacciar via lo spettro dello straniero con la strategia della paura. La quota di extracomunitari legalmente in Italia denunciati è solo il 2% e a commettere i reati sono soprattutto i clandestini, cioè coloro che non hanno accesso a servizi, non hanno spazi e riferimenti. "Qui non si tratta di giustificare dei reati - ha sottolineato don Ciotti. "Chi ha sbagliato deve risponderne, anche se il carcere deve essere l'extrema ratio. Si tratta di chiedersi che posto ha il crimine in un luogo diviso tra chi dipende ancora dai bisogni e chi invece può occuparsi dei suoi desideri, tra chi manca dell'essenziale e chi può dedicarsi al lusso. Che posto ha in un Paese, come l'Italia, dove molti di noi hanno depenalizzato nelle loro coscienze alcuni reati, tanto da far piazzare al 55esimo posto l'Italia tra i 60 paesi più sviluppati per la corruzione? Questa è la verità, anche se fa male" - ha evidenziato il sacerdote.

"Ma quello di Libera non è solo un impegno contro, anzi è sempre un impegno per" - sottolineano i pormotori. Tra gli altri punti dell'appello, che la carovana porterà con sé attraverso piazze, teatri e scuole d'Italia, anche la restituzione alla collettività dei beni confiscati, il sostegno ai familiari delle vittime, la denuncia delle collusioni tra mafia e politica ed economia, l'integrazione dei migranti e il rilancio delle politiche giovanili. Fino al riconoscimento ufficiale, che ha già avuto il primo sì dalla Camera dei Deputati, del 21 marzo come "Giornata nazionale dell'impegno e della memoria in ricordo di tutte le vittime delle mafie". [GB]

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