Iraq: la morte del militare tra ritiro ed elezioni

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"Esprimiamo profondo dolore per la perdita di una giovane vita e profondo cordoglio alla famiglia del militare italiano ucciso oggi. Viene però da chiedersi quanto altro sangue deve essere versato per far cadere l'ipocrisia di considerare Antica Babilonia una missione di pace e non una sporca guerra come tragicamente ci dimostra anche l'ennesimo fatto di oggi?". E' quanto ha dichiarato Massimo Paolicelli, presidente dell'Associazione Obiettori Nonviolenti (Aon). "Il Governo - prosegue Paolicelli - anziché inviare in Iraq carri armato Ariete e veivoli Predator, farebbe bene a richiamare in Patria le truppe". Inoltre l'Aon si chiede se il Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, "garante della nostra Costituzione che all'articolo 11 ripudia la guerra, a tale proposito non ha nulla da dire"?

"Deve essere definita quanto prima una data per la fine dell'occupazione militare dell'Iraq da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati". È quanto si legge in una nota diffusa stamane da Intersos, Ong italiana impegnata nell'emergenza umanitaria in terra irachena. "Si tratta di una data che deve essere annunciata per esprimere che non si vuole rimanere in Iraq e che il petrolio sarà gestito con le regole della politica e del commercio internazionale piuttosto che con le armi" recita il comunicato a firma di Nino Sergi, segretario generale di Intersos, il quale precisa che "deve essere al contempo definita e perseguita la relativa strategia di uscita, coinvolgendo le Nazioni Unite, la Lega Araba e la Conferenza dei paesi islamici".

Riguardo all'imminente appuntamento elettorale in Iraq, Intersos esprime una valutazione positiva nonostante "la consultazione si preannunci parziale, sia a livello territoriale che di rappresentanza politica". E proprio per queste ragioni "occorrerà coinvolgere nel processo di democratizzazione anche rappresentanti delle forze politiche assenti dalla consultazione popolare". Intersos auspica inoltre il recupero dell'esercito regolare iracheno "per ridare stabilità al paese". Sul piano politico internazionale, l'Ong italiana invoca una chiara assunzione di responsabilità europea, "una co-assunzione di responsabilità, non subalterna ma da alleata, anche per aiutare l'Amministrazione americana ad uscire dalla propria visione unilaterale e messianica del mondo e a riaffermare il diritto internazionale e la validità delle Istituzioni internazionali".

Di differente avviso sono i parlamentari del Forum dell'Alternativa che chiederanno al Governo di impegnarsi per rinviare le elezioni in Iraq, di promuovere una conferenza internazionale alla quale partecipino tutte le forze irachene, dalle autorità religiose ai guerriglieri, prendendo in considerazione le richieste dei Sunniti, e il ritiro delle truppe italiane. È quanto è stato annunciato in una conferenza stampa a Montecitorio dalle parlamentari Elettra Deiana (Prc) e Silvana Pisa (Ds), entrambe in commissione Difesa alla Camera.
Durante la conferenza le due deputate hanno sottolineato l'illegittimità delle elezioni irachene e l'impossibilità che si svolgano con le dovute condizioni di sicurezza, tra cui il monitoraggio di osservatori internazionali, come avvenuto in altre situazioni di conflitto. Inoltre è stato ricordato che, in ritardo, è stato varato dal Governo il decreto omnibus per rifinanziare tutte le missioni italiane all'estero: ''Intollerabile'', lo definisce Elettra Deiana, ''perché le nostre missioni sono diversissime l'una dall'altra e assolutamente non omologabili e perché unendosi alla grave delega del Governo sulla riforma dei codici militari alimenta la logica della guerra permanente". Silvana Pisa ha aggiunto, anche alla luce delle ultime foto di terribili torture compiute da soldati britannici, che la situazione irachena rischia la "deriva somala" con il moltiplicarsi di attentati e spargimento di sangue e con la presenza militare straniera in Iraq che ''non fa altro che incancrenire la situazione''.

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