Iraq: Amnesty, gravi violazioni delle leggi di guerra

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Amnesty International teme fortemente che le leggi di guerra sulla protezione dei civili e dei combattenti continuano a essere violate a Falluja. Numerose decine di civili sono stati uccisi nel corso degli scontri tra le forze statunitensi e irachene da un lato e i gruppi di insorti dall'altro. L'organizzazione per i diritti umani ritiene che le vittime civili siano state uccise in violazione del diritto umanitario, come risultato della mancata adozione da entrambe le parti delle necessarie precauzioni per proteggere coloro che non prendono parte ai combattimenti. La situazione umanitaria nella città irachena appare precaria. I portavoce militari Usa hanno fornito le stime del numero di insorti uccisi ma non delle vittime civili.

Il 9 novembre un missile di provenienza incerta ha colpito una clinica, uccidendo almeno venti dipendenti e decine di altri civili. Lo stesso giorno, un bambino di 9 anni è stato ferito da una scheggia che lo ha colpito allo stomaco: i suoi genitori non hanno potuto portarlo in ospedale a causa degli scontri in corso ed è morto dissanguato poche ore dopo. Una donna e le sue tre figlie sono morte nel bombardamento della loro casa. L'11 novembre la tv britannica Channel Four ha mostrato un soldato Usa che sparava contro un combattente ferito, non inquadrato dalle telecamere, per poi allontanarsi dicendo "Se n'è andato!". Secondo il diritto umanitario le forze statunitensi hanno l'obbligo di proteggere gli avversari messi fuori combattimento. Amnesty International ha sollecitato le autorità Usa ad aprire un'inchiesta immediata su questo episodio.

Gli insorti hanno a loro volta violato il diritto internazionale. In un caso, alcuni iracheni sono usciti fuori da un edificio mostrando una bandiera bianca. Quando un marine si è avvicinato al gruppo, altri iracheni hanno aperto il fuoco contro di lui. Inoltre, secondo un ufficiale statunitense, gli insorti avrebbero nascosto armi nelle moschee e nelle scuole: il 10 novembre, effettivamente, gli insorti hanno aperto il fuoco da una moschea. Tutte le violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto umanitario devono essere sottoposte a indagine e i responsabili di attacchi illegali - compresi gli attacchi deliberati contro la popolazione civile, gli attacchi sproporzionati e gli attacchi indiscriminati - e dell'uccisione di persone ferite devono essere portati di fronte alla giustizia.

Lunedì 8 novembre oltre 10.000 soldati Usa e 2.000 militari iracheni hanno lanciato l'attacco su Falluja, che era nelle mani degli insorti dal mese di aprile. Almeno la metà della popolazione aveva lasciato la città; tuttavia, decine di migliaia di civili si trovavano ancora nelle proprie abitazioni al momento dell'attacco. Secondo le notizie ricevute da Amnesty International in città c'è penuria di cibo, acqua, medicinali ed elettricità e molti feriti non possono ricevere i soccorsi a causa dei combattimenti. Il 4 novembre Amnesty International aveva ricordato agli Usa e al governo ad interim iracheno il loro obbligo di osservare in ogni circostanza le norme del diritto internazionale dei diritti umani e delle convenzioni del diritto umanitario di cui sono parti, così come le norme del diritto consuetudinario che sono vincolanti per tutti gli Stati. L'organizzazione aveva sollecitato i gruppi armati operanti a Falluja a rispettare a loro volta gli obblighi del diritto umanitario.

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