Fse: sviluppo contro un'Ue ostaggio del Wto

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Nella plenaria sull'Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto), Unione Europea e commercio mondiale è intervenuta Clare Joy che fa parte della "Seattle to Brussels Network and World Development Movement", un rete di soggetti diversi che hanno cominciato a collaborare su questi temi all'indomani del fallimento del "Millenium Round" di Seattle. "L'apertura dei mercati dei paesi del sud del mondo non e' una soluzione alla poverta'. A Bruxelles, come commissario alla concorrenza e alle politiche sulla liberalizzazione andra' Peter Mandelson, ex ministro del governo Blair che ha portato molto a destra i laburisti. Non e' stato capace di separare gli interessi corporativi da quelli pubblici ed e' un fervente sostenitore del libero mercato". Gia' oggi, infatti, l'EU attraverso gli accordi sui servizi GATS chiede la privatizzazione del settore acqua nei paesi del sud del mondo. "Dobbiamo chiedere che l'agenda dei negoziati sia pubblica e creare coordinamenti a livello locale e internazionale tra tutti quelli che in Europa oggi agiscono contro i GATS". La rete internazionale ha promosso per il prossimo aprile una mobilitazione lunga una settimana di tutte le realta' che si occupano di questo temi.

A parlare c'è anche Yah Tandon, direttore del "South Centre, Geneva and Seatini, Zimbabwe", che ricorda come nei negoziati del Wto a Cancun sulla produzione di cotone "fecero firmare un accordo separato a Senegal, Mali e Burkina Faso. Questo significa che oggi, mentre negli USA si spendono miliardi di dollari in suddidi per poche migliaia di contadini, l'Africa perde 2579 milioni di dollari ogni mese in questo settore". Una ingiustizia che ha radici profonde "Il dumping che si produce oggi, per esempio, sullo zucchero, e' strutturale ed e' figlio di un sistema di regole nato durante la guerra fredda per salvaguardare la sicurezza alimentare in Europa. Questo sistema ha prodotto i sussidi di massa ai contadini europei e una nuova riproposizione del coloniamismo europeo con il cosiddetto "sistema di preferenze" che ha orientato la coltivazione di determinati prodotti nei nostri paesi come le noci e le arachidi nel Senegal. "Si assiste al paradosso del Sudafrica dove vengono esportati zucchero e prodotti ovini che poi vengono venduti nei paesi limitrofi con l'effetto di mettere in ginocchio l'economia del Botwana e della Namibia". L'unica strada per Yah Tandon è quella di continuare col percorso che da Seattle ha portato a Cancun con un nuovo ruolo dell'EU.

Sul tema è intervenuto anche il segretario della CGIL, Guglielmo Epifani secondo il quale nel Wto non si parla mai di diritti nel lavoro e democrazia. " I paesi piu' ricchi rinuncerebbeo a sostenere le produzioni agricole per l'esportazione, troverebbero un compromesso per i manufatti industriali ma chiederebbero la liberalizzazione dei servizi interni, un settore economico in forte espanzione". Servizi interni che significano sostanzialmente: salute e formazione. "Esiste una grossa distanza tra questi negoziati e i problemi veri del mondo per il futuro. Basta pensare alla ricerca, al controllo delle materie prime (come il petrolio), alla sostenibilita' economica, a guerra e terrorismo. Eppure l'effetto di questi accordi ricade sui cittadini facendo in modo che in troppi paesi questa globalizzazione intesa come liberismo sia una minaccia". Una visione di possibile cambiamento arriva da David Le Bon, dell'ECOSY Reunion che sottoliena come oggi abbiamo la forza di cambiare le cose tramite il governo, il voto, la democrazia, le istituzioni, le associazioni e i sindacati. "Questo Forum sarebbe inutile se una volta finito non tornassimo nei nostri paesi per convivere quante piu' persone possibili creando mobilitazioni forti con le organizzazioni politiche e sindacali sui temi della privatizzazione sei servizi pubblici. L'Europa privatizza questo settore al suo interno esattamente come chiede di farlo ai paesi del sud del mondo con l'acqua, ad esempio, che rischia di diventare al risorsa strategica del futuro come il Petrolio". [AT]

tratto dagli articoli di Marco Trotta di Carta

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