Equo: lobby sulla Wto per i diritti del Sud

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Per la prima volta anche il movimento mondiale del commercio equo e solidale, espresso nel coordinamento FINE - acronimo composto da FLO (l'organizzazione dei marchi), IFAT (la rete delle organizzazioni equosolidali), NEWS (il coordinamento delle botteghe del mondo) ed EFTA (il cartello dei principali importatori) - ha deciso di fare lobby insieme per spingere i negoziatori dell'Organizzazione Mondiale del Commercio a tenere presenti, in vista di Hong Kong, le voci dei contadini e degli artigiani più poveri del pianeta. Al percorso per l'Italia hanno partecipato Giorgio Dal Fiume e Monica Di Sisto, delegati nello Steering Commitee di FINE rispettivamente per EFTA e IFAT.

Secondo gli estensori del documento, non è possibile, e la storia lo dimostra, che un paese possa svilupparsi unicamente attraverso il commercio internazionale. Per questo la liberalizzazione che vuole l'Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) non è un'opportunità per lo sviluppo dei paesi del Sud, ma ciò che lo impedirà. E' essenziale per le economie emergenti che le loro industrie nascenti siano protette, altrimenti la concorrenza spietata del mercato internazionale le farà scomparire, impedendo ogni possibilità di sviluppo industriale per quei paesi. La liberalizzazione deve avvenire quando vi sono le condizioni per poter competere sul mercato internazionale e deve essere sempre e comunque subordinata alle priorità interne del paese ed alle sue strategie di sviluppo. Per questo il commercio internazionale deve avere un ruolo strumentale, e ridotto, nella strategia di sviluppo dei paesi del Sud, dando priorità agli aspetti politici, sociali e ambientali rispetto alla variabile economica, che all'interno della Wto è l'unica presa in considerazione.

Sono molte e proposte avanzate all'interno del documento: agricoltura, materie prime, prodotti industriali, trattamento speciale e differenziato. Per ognuna, le organizzazioni del commercio equo chiedono che vengano posti al centro dei negoziati i diritti delle popolazioni dei paesi del Sud. La mercificazione dell'agricoltura, e la priorità data alla dimensione commerciale in sede Wto, devono lasciare spazio a politiche che garantiscano la sicurezza e la sovranità alimentare. Lo stesso vale per le materie prima, in particolare quelle agricole, il cui prezzo è in costante calo da vent'anni a causa dei sussidi dei paesi ricchi.
Sul capitolo prodotti industriali, è necessario proteggere le industrie emergenti del Sud, incapaci di competere sul mercato internazionale. Infine, affermano i sottoscrittori della piattaforma, il tema del trattamento speciale e differenziato per i paesi del Sud, vale a dire il riconoscimento che esistono differenti interessi e priorità nei paesi del Sud rispetto a quelli del Nord, deve ritornare al centro dei negoziati del Round di Doha, definito eufemisticamente dello sviluppo.

Sabato 22 a Gubbio all'interno della manifestazione "Altrociocciolato" si terrà la presentazione del documento e delle iniziative delle reti del commercio equo mondiale sulla conferenza WTO di Hong Kong a cura di Ctm-altromercato e Roba dell'altro mondo, in collaborazione con AGICES. Tra gli interventi è previsto Giorgio Dal Fiume (CTM- Altromercato), Monica Di Sisto (ROBA/Tradewatch) e Antonio Onorati (Centro Internazionale Crocevia/Tradewatch) e il Segretario Regionale CGIL Umbria - Mario Bravi.

Altra fonte: Roba dell'Altro Mondo

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