Consumi critici: i guastatori della pubblicità

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Sovvertire, dissacrare, parodiare con l'antipubblicità o "spubblicità" le strutture del potere e valori socialmente, ecologicamente e culturalmente negativi che si annidano nel mondo della comunicazione è lo scopo di Adbusters (da Ad=pubblicità e buster=colpire, demolire). "Know the media, change the media, be the media": conosci i media, cambia i media, sii i media. Questa la filosofia che sottende alla pratica degli "acchiappapubblicità" ben presentata in questi giorni dall' Associazione Culturale IS in Sardegna.

Così per combattere la pubblicità, i suoi finanziatori e le loro pratiche si smontano i messaggi: il cartellone pubblicitario dice che i quei palloni sono i più resistenti al mondo? I creativi di Adbusters gli scrivono a fianco l'età e la paga che corrisponde ai bambini che la ditta utilizza per produrli. Significativa poi la produzione delle prime scarpe anti Nike: contro il potere del logo, pensate apposta, dicono gli Adbusters, "per prendere a calci i dirigenti della multinazionale Usa".

Il progetto Cunegonda, orientato alla promozione culturale di modelli di consumo sostenibile, presenta in questi giorni l'analisi di alcuni spot televisivi per meglio capire le "macchine persuasive" che i pubblicitari mettono in atto per vendere e per aiutare a sviluppare una capacità critica che si traduce non solo in emancipazione psicologica dal conformismo, ma anche in un risparmio di denaro. Così il martellante "Perché voi valete" degli spot televisivi dedicati a prodotti di bellezza della ditta L'Oreal, viene considerato dal potenziale semantico dell'enunciato, fino a smascherarne l'obiettivo: dove gli esseri umani "valgono" per essere comprati, scambiati, riciclati, rimodernati, rivalutati, dove la felicità ormai è trasfigurata nel malinconico orgoglio di sentirsi vendibili, appetibili, utilizzabili. [RB]

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