Congo: il 'si' alla Costituzione riapre verso le elezioni

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Il 18 e 19 dicembre, malgrado la confusione degli inizi, con degli elenchi elettorali incompleti, degli elettori che sbagliavano ufficio, i congolesi hanno partecipato al referendum sulla costituzione. Nessuna irregolarità grave è stata segnalata dai 280 osservatori internazionali e dai circa 5.000 nazionali dispiegati nei 35.000 seggi elettorali aperti su tutto il paese. "Sebbene l'immensa maggioranza dei congolesi non avesse avuto accesso al testo della Costituzione, tuttavia, con la loro partecipazione e con questo "sì" massiccio al progetto di Costituzione della terza Repubblica, gli elettori hanno dimostrato soprattutto il loro desiderio di porre termine alla transizione e di andare alle elezioni. Le persone sono stanche dei discorsi dei politici e vogliono andare alle elezioni il prima possibile, per poter eleggere dei dirigenti legittimi. La questione non è che il testo sia buono o cattivo, ma che le persone vogliono il cambiamento" questo è il commento della Rete Pace per il Congo che descrive lo scrutino referendario come libero, democratico e trasparente e che i risultati possono essere accettati.

Il 27 dicembre, il Raggruppamento per il No (RPN) ha depositato una denuncia presso il procuratore generale della Repubblica contro il presidente della Repubblica Joseph Kabila, e vari componenti del governo. I sostenitori del no, rilevano inoltre che non hanno goduto della parità di diritti per accedere ai media ufficiali, come invece è stato garantito ai sostenitori del sì. La lezione a tirare è che bisognerà prendere seriamente in conto il campo del "No" e quello del boycottaggio, perché questa opposizione può essere capace di mobilitare le popolazioni in un senso o nell'altro, in occasione delle prossime elezioni. Nello stesso tempo, i tassi molto elevati della partecipazione e del "sì" nelle province dell'est lasciano pensare che è forte la volontà di pace, di sicurezza e di andare alle elezioni. L'adozione di questa Costituzione, preliminare al voto della legge elettorale, dovrebbe permettere l'organizzazione di elezioni generali entro il 30 giugno 2006, termine massimo accordato dall'accordo globale che regge la transizione politica. Il calendario provvisorio della Commissione elettorale indipendente (CEI) prevede delle elezioni presidenziali e legislative in marzo e aprile 2006, seguite da elezioni provinciali, senatoriali e locali, prima del 30 giugno.

"Proseguire e intensificare a tutti i livelli la campagna di educazione civica" tra i religiosi e i cittadini è uno dei principali impegni della Chiesa in Repubblica democratica del Congo, in preparazione delle elezioni politiche; lo afferma in una lettera pastorale il cardinale Frederic Etsou Nzabi Bamungwabi, arcivescovo di Kinshasa, riaffermando il ruolo della Chiesa accanto al popolo nel suo desiderio di "scegliere dirigenti onesti e incorruttibili". Il cardinale Etsou ha chiesto ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose di "partecipare in massa alle attività di formazione civica ed elettorale che saranno organizzate per loro e di mobilitare giovani e adulti a fare lo stesso". "Il referendum costituzionale appena svoltosi ha dimostrato che il popolo vuole la pace" ha sottolineato il porporato, ma ha anche fatto notare che un parte della popolazione congolese non conosceva il testo della Costituzione né era sufficientemente preparata.

Dai 'Beati costruttori di Pace' parte l'appello per una presenza della società civile europea in qualità di osservatori per le elezioni. "La nostra missione si comporrà di rappresentanti di associazioni e comitati, enti locali, gruppi religiosi e sindacati, ma anche di singoli amici dell'Africa. Ci coordineremo con le missioni istituzionali, in particolare dell'Unione Europea. Saremo presenti laddove saremo chiamati e ci porremo in ascolto della popolazione. Risponderemo alle esigenze che ci verranno man mano fatte presenti. Collaboreremo con la Commissione Elettorale Indipendente, espressione della società civile congolese". "In passato, la realtà della popolazione congolese è stata troppo spesso ignorata dalla società civile europea. Una ignoranza favorita dal silenzio colpevole dei mezzi di informazione. Vogliamo con la nostra missione tentare di rompere questo silenzio". La prima missione di verifica della fattibilità avverrà a gennaio 2006. Al ritorno, pensiamo di lanciare l'appello per l'adesione alla missione a livello italiano ed europeo, con un programma di incontri formativi ed informativi.

Fonte: Rete Pace per il Congo

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