Clima: critiche su energia e carbone verso COP10

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A Buonos Aires apre il 6 fino al 17 dicembre il Summit mondiale sul clima COP 10, che si preannuncia incandescente. Da Greenpeace arriva una critica all'Agenzia internazionale dell'energia (IEA) per le stime sui consumi energetici nei prossimi decenni presentate nel rapporto "World Energy Outlook 2004". Secondo l'IEA, i combustibili fossili continueranno a dominare lo scenario energetico mondiale, con quote limitate di nucleare e fonti rinnovabili. La IEA contraddice così le sue pubblicazioni sull'efficienza energetica e ignora la necessità riconosciuta dagli scienziati di adottare alternative ai combustibili fossili anche per combattere i cambiamenti climatici. "Con questo rapporto, la IEA manda un segnale pericoloso ai politici e all'industria in tutto il mondo - afferma Jan Vande Putte di Greenpeace International - Se i governi non abbandoneranno questa politica, il consumo energetico mondiale crescerà quasi del 60% nel 2030 e le emissioni di CO2 aumenteranno nella stessa misura".

Secondo il rapporto del Wwf "Ranking Power" le grandi compagnie elettriche mondiali fanno troppo poco per ridurre le emissioni di gas serra. Non investono abbastanza per ridurre le emissioni di gas serra attraverso le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica, disattendendo gli impegni del Protocollo di Kyoto: eppure sono responsabili del 37% delle emissioni di anidride carbonica. Appena un quinto delle compagnie analizzate presentano una quota di energia rinnovabile maggiore del 2%. L'Italia, con ENEL, ha totalizzato un punteggio di 0,9, che la pone in 29° posizione su 72 totali, e quattordicesima sulle 21 aziende europee esaminate. Per rispondere a tutto questo il Wwf lancia la campagna "Power Switch": no a carbone e petrolio, sì a efficienza e fonti rinnovabili. Una vera mobilitazione per spingere le compagnie, e gli stessi governi, ad abbandonare definitivamente il carbone, sostituendolo con fonti di energia rinnovabili e pulite.

E per dire "No al carbone" come combustibile per l'alimentazione delle centrali elettriche Legambiente rilancia una mobilitazione per il 4 dicembre che vedrà mobilitazioni specialmente nei luoghi interessati da centrali elettriche a carbone già esistenti, in fase di riconversione o di nuova realizzazione.

Blitz, incontri pubblici, manifestazioni, raccolte di firme e conferenze stampa animeranno la giornata di sabato, 4 dicembre, una giornata per chiedere con forza il rispetto degli impegni sottoscritti a Kyoto, per pretendere energia più pulita e tecnologie più moderne. E' possibile sottoscrivere anche via internet la petizione per fermare le centrali a carbone che chiede di rendere operante la "carbon-tax" che dovrebbe scoraggiare le emissioni di anidride carbonica e di ridurre progressivamente il ricorso al carbone come fonte per la produzione di energia elettrica fino al suo completo abbandono.

Tra le richieste che Legambiente fa al Governo è previsto un programma d'azione capace di assicurare il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e degli altri "gas serra" stabiliti nel Protocollo di Kyoto. Niente di tutto questo corrisponde al decreto attuativo votato ieri in Senato che permette l'acquisizione di uno strumento tecnico per affrontare le modalità per la riduzione dei gas serra. "Ben altra cosa infatti - spiega Roberto Della Seta - sono i tempi e le azioni concrete di riduzione delle emissioni climalteranti. L'Italia è purtroppo in un ritardo difficilmente colmabile in poco tempo e già in costituzione in mora (prima fase del procedimento di infrazione) da parte della Commissione Ue. Insomma, - conclude il presidente di Legambiente - L'Italia ha già ampiamente superato il 10% di emissioni inquinanti e c'è ancora da lavorare sodo per recepire tutta la direttiva comunitaria". [AT]

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