Brasile: il primo anno di Lula

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"La speranza ha vinto la paura" è stato lo slogan mille volte ripetuto dopo la vittoria di Lula alle ultime elezioni. Ma, la speranza ha vinto sul serio? A un anno di distanza, il giudizio sul governo Lula è ancora sospeso. Le mosse prudenti ma innovative compiute dal presidente, sia in economia che sul piano delle relazioni internazionali, fanno il paio con qualche rinvio subito dalle politiche sociali attese dal suo elettorato. Prima fra tutte, la riforma agraria.

A giudizio del Movimento dei senza terra (Mst), nel 2003 il governo ha fatto molto poco in questo ambito: non ci sono quasi stati espropri. Le risorse del credito del Pronaf, soprattutto per la sua forma di applicazione, non sono arrivate agli insediati, che hanno trascorso un anno praticamente senza risorse. Poche opere negli insediamenti. Pochi Stati sono riusciti a fare contratti di assistenza tecnica. Molta burocrazia e incompetenza nell'Incra (Instituto Nacional de Coloniza㧀㣀o e Reforma Agrária). Mancanza di risorse per tutto il governo che ha chiuso i rubinetti delle spese pubbliche per risparmiare denaro per gli interessi dei debiti interni e esteri.

Il 21 novembre scorso a Brasilia, durante una grande conferenza organizzata dal Forum nazionale per la riforma agraria, Lula ha tuttavia ribadito il suo impegno a realizzare una riforma agraria vera, che non si limiti alla distribuzione della terra, ma sia rivolta ad organizzare i lavoratori in cooperative, ad assicurare migliori condizioni di commercializzazione, a garantire assistenza tecnica e accesso all'educazione, alla cultura, alla salute. Nel 2004 quindi la riforma agraria dovrebbe muovere i primi passi, meno audaci di quanto i dirigenti contadini avrebbero voluto, ma abbastanza calibrati per evitare che nelle campagne scoppi un'ondata di violenza - alimentata dagli eserciti privati dei latifondisti - che potrebbe mettere a repentaglio il governo.

Procede invece senza intoppi il "Programma sociale Fame zero" che, lanciato nel gennaio scorso,

 

Associazione Italiana Sostenitori Fame Zero per partecipare anche dall'Italia al Programma Fame zero

ha già coinvolto un milione di famiglie. 17 euro, 50 reais in moneta brasiliana è il valore della "carta di credito" (data in gestione alle donne) che il Programma assegna alle famiglie piu' povere del Brasile. Oltre a garantire l'acquisto degli alimenti essenziali il contributo immette risorse nelle economie locali.

Infine secondo Jospeh Zarlingo da Lettera22, se Lula "non ha soddisfatto chi voleva da lui una posizione chiara contro il pagamento del debito estero brasiliano, o che boicottasse il vertice della Wto a Cancun, lo scorso settembre, o che disertasse il vertice di Miami, a ottobre, dove si è discusso della creazione dell'Area di libero commercio delle Americhe (Alca) (...) il Brasile di Lula dal vertice di Cancun in poi, si è messo tuttavia alla testa della riedizione del blocco dei non allineati, aggiornato ai tempi della globalizzazione". E proprio il tema della sottomissione ai mercati finanziari è al centro di un'altra campagna di pressione, lanciata da Attac Brasile: la campagna per il controllo sui movimenti di capitale, come primo passo per liberare il Brasile dalla dittatura finanziaria. [RB]

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