Armi: accordo Onu inefficace e con scappatoie

Stampa

Le organizzazioni promotrici della campagna Control Arms - Amnesty International, Oxfam International e Iansa - denunciano che la mancata intesa su un sistema di rintracciabilita' legalmente vincolante significhera' che commercianti di armi privi di scrupoli continueranno a vendere armi ai responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e a criminali di guerra, facendo perdere le loro tracce. Per le tre organizzazioni, inoltre, il fatto che il 'Processo delle Nazioni Unite sulle piccole armi' abbia impiegato quattro anni per produrre un cosi' misero risultato costituisce un pericoloso precedente. La maggior parte dei governi aveva sostenuto un accordo piu' forte e legalmente vincolante che comprendesse sia le armi che le munizioni, ma l'opposizione di un piccolo gruppo di paesi - particolarmente Usa, Iran ed Egitto - ha vanificato l'opportunita' di incidere concretamente sulle attivita' dei commercianti di armi.

L'accordo istituira' un sistema di registrazione dei numeri di serie delle armi leggere e di piccolo calibro quando sono vendute o trasferite tra paesi. Il problema, secondo la campagna Control Arms, e' che si tratta di un accordo essenzialmente volontario. 'Persone innocenti in paesi poveri continueranno a pagare il prezzo della mancanza di un sistema legalmente vincolante di tracciabilita' delle armi letali' - ha dichiarato Anna MacDonald, direttrice delle campagne di Oxfam. 'I paesi che si comportano bene continueranno ad agire correttamente, ma per quei paesi che vendono regolarmente armi ai peggiori regimi del pianeta gli affari proseguiranno come prima. Oggi e' piu' probabile tracciare una valigia smarrita che proiettili per una mitragliatrice'.

Oltre a essere di natura volontaria, l'accordo e' reso ulteriormente debole da due scappatoie. In primo luogo, esclude del tutto le munizioni, le granate e gli esplosivi. Spesso, i bossoli e i caricatori vuoti sono l'unico indizio utile riscontrabile sul luogo in cui e' avvenuta un'atrocita' e sarebbe quindi vitale marchiare le forniture di munizioni per poterle rintracciare. Escluderle dall'accordo, al contrario, significhera' aiutare i trafficanti e gli assassini a evadere la giustizia.Inoltre, una scappatoia esplicitamente prevista dall'accordo consente a qualunque paese di rifiutare di fornire informazioni su vendite di armi per motivi di 'sicurezza nazionale'. Si teme che questo argomento sara' un alibi di comodo per coloro che vendono armi a regimi oppressivi.

'E' ridicolo escludere proiettili ed esplosivi da un accordo globale sulla tracciabilita', quando essi vengono usati ogni giorno per uccidere, sopprimere, cacciare e intimidire persone indiscriminatamente. Questo accordo limitato ed essenzialmente volontario vale meno del pezzo di carta su cui e' stato scritto' - ha criticato Denise Searle, direttrice delle campagne di Amnesty International. L'anno scorso, le cartucce rinvenute sul luogo di un massacro avvenuto a Gatumba, Burundi, in cui erano state assassinate 150 persone, riuscirono a dimostrare la provenienza delle munizioni da Cina, Bulgaria e Serbia. Ma l'assenza di qualsiasi sistema di tracciabilita' impedi' di scoprire come fossero giunte in Burundi. Se ci fosse stato, chi aveva venduto quelle munizioni agli assassini sarebbe oggi sotto processo e ulteriori forniture avrebbero potuto essere fermate.

'E' oltraggioso che una manciata di paesi abbia ostacolato un accordo utile che avrebbe potuto fare davvero la differenza' - ha aggiunto Rebecca Peters, direttrice di Iansa, la Rete internazionale d'azione sulle armi di piccolo calibro. Sebbene a giudizio della campagna Control Arms ci sia poco da festeggiare in questa occasione, alcuni timidi passi avanti vanno comunque tenuti in considerazione: il dovere degli Stati di assicurare che tutte le armi leggere e di piccolo calibro illegali rinvenute sul proprio territorio siano marchiate e registrate oppure distrutte, e l'obbligo di tenere un registro completo di tutte le armi marchiate per almeno 20 anni. Istituire un sistema globale vincolante di tracciabilita' delle armi leggere, delle armi di piccolo calibro e delle munizioni e' uno degli scopi della campagna Control Arms, lanciata da Oxfam International, Amnesty International e Iansa nel 2003. Il principale obiettivo della campagna e' la richiesta di un Trattato internazionale sul commercio delle armi, che metta al bando tutti i trasferimenti di armi che potranno contribuire a violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario.

Per approfondimento: Rete italiana per il disarmo

Ultime su questo tema

Celebrato il pacificatore solo silenzio mentre a Gaza si continua a morire

20 Ottobre 2025
Arma infame: peggiorano fame e malattie. I coloni bloccano i camion e il valico di Rafah resta chiuso. Per debellare meningite, diarrea, malattie respiratorie ci vorrà un lavoro «gigantesco». ...

“L’accordo per Gaza deciso senza il minimo coinvolgimento dei palestinesi”.

14 Ottobre 2025
Intervista a Maria Elena Delia, referente per l’Italia della Global Sumud Flotilla e Global Movement to Gaza. Il ricordo di Vittorio Arrigoni. (Laura Tussi)

Marcia della pace, un fiume di gente come nel 2001

13 Ottobre 2025
È statauna marcia PerugiAssisi “che non si vedeva dal 2001 quando ci fu pochi giorni dopo l’invasione dell’Afghanistan seguita all’attacco alle Torri gemelle” quella di oggi. A dirlo è Flavio Lotti...

Medici, operatori umanitari e giornalisti: intervista a Elisabeth Di Luca in rotta su Gaza

07 Ottobre 2025
Lo scorso 30 settembre è partita la Conscience della Freedom Flotilla Coalition, con a bordo un centinaio tra medici, operatori umanitari, giornalisti ed equipaggio: nelle pro...

SONO SUPER!

06 Ottobre 2025
Matteo Merli è un illustratore e ha creato questa breve storia e ce l’ha mandata. Dice tutto quello che dovremmo avere già capito da tempo.

Video

Sbilanciamoci! Agire un'altra politica