17 febbraio: Ammazzatecitutti in piazza a denunciare l'impunità

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Ad un anno dalle grandi manifestazioni di Locri scaturite dalla protesta per l'omicidio del Vice Presidente del Consiglio Regionale Francesco Fortugno, i "ragazzi della Locride" del movimento "Ammazzateci tutti" hanno indetto per oggi sabato 17 febbraio una manifestazione auto-convocata a Reggio Calabria, la prima completamente auto-finanziata per denunciare che "in Calabria si continua a morire, a pagare la mazzetta, a sopravvivere soggiogati dalla 'ndrangheta".

"Dopo un anno e mezzo noi ragazzi siamo ancora qui a combattere per contrastare ogni forma di mafia, da quella di strada a quella dei Palazzi, e riprenderci la nostra terra. L'impegno che abbiamo portato avanti, concretamente e con coscienza, per restituire alla Calabria ed ai calabresi la dignità di vivere in maniera normale nella propria regione, continua giorno dopo giorno, così come il nostro porci come massa critica per monitorare e denunciare quanto c'è di poco chiaro nelle nostre massime amministrazioni". "Spesso, proprio qui, abbiamo fatto fatica a farci comprendere, sentire e ad accreditarci, ma, nonostante questo, abbiamo scelto di non arrenderci. Perché nelle nostre orecchie risuonano ancora gli spari del 16 ottobre del 2005, perché i nostri cuori sono rimasti trafitti dalle lacrime dei parenti dei tanti morti ammazzati nelle strade, perché le nostre coscienze non possono permettere che si continui ad uccidere rimanendo impuniti e le nostre voci non possono rimanere mute davanti agli innumerevoli casi di "lupara bianca", di persone scomparse, di famiglie straziate" - denunciano i promotori della manifestazione.

"Vogliamo mettere in pratica le parole del Giudice Borsellino: 'Se la gioventù le negherà il consenso anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo' - affermano i ragazzi. "Perché se continueremo a rivolgerci al capobastone per ottenere i nostri diritti, se lasceremo che la 'ndrangheta continui ad interferire nelle nostre vite con arroganza e prepotenza, se ci faremo ingannare dai suoi diabolici sorrisi, non riusciremo mai a liberarci dal suo giogo. Dobbiamo essere noi i primi a volerlo, noi i primi a ripudiarla, noi i primi a capire che le alternative ci sono, anche se costano fatica, anche se si penserà di essere da soli a crederci. Perché non è così. Noi stiamo combattendo per questo, ci crediamo e la speranza che voi siate con noi è la forza che anima le nostre scelte".

"Manifesteremo perché sappiamo che le persone oneste sono di più, i calabresi, gli italiani. Noi siamo di più, e siamo quelli che hanno l'obbligo morale di reagire. Perché sono le nostre vite ad essere messe in gioco, per il nostro presente ed il futuro che affronteremo". Le mafie - ricordano i ragazzi "non sono un problema solo del Sud, ma sono il cancro dell'Italia intera e, finché si continuerà a fare il loro gioco ignorando e girandosi dall'altra parte, non potremo mai estirpare questa malattia". L'appello non vuole fermarsi solo ai calabresi, ma vuole essere "un richiamo per tutti gli italiani onesti, perché c'è sempre, in ogni regione, qualcosa che prende il nome di "mafiosità di comportamento". E' il pensare di poter essere diversi rispetto agli altri, il pretendere di poter comprare e vendere dei diritti, il curarsi esclusivamente del proprio bene anche a scapito degli altri".

Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha investito del suo Alto Patronato la manifestazione nazionale. Dal Capo dello Stato è giunta ai ragazzi di 'Ammazzateci tutti', promotori ed organizzatori della manifestazione, "un augurio sincero per il successo della manifestazione". I giovani animatori del Movimento antimafia calabrese esprimono la loro "immensa gratitudine al Capo dello Stato, accogliendo il Suo Alto Patronato come sprone per andare avanti sulla strada di un cambiamento che dovrà portare la Calabria e tutto il Sud d'Italia verso la liberazione dal giogo delle mafie". [GB]

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