12.000 firme per il referendum contro le basi militari

Stampa

Il 28 aprile è una data molto importante per la Sardegna. Ricorda infatti la cacciata dei piemontesi del 1794. Da qualche anno questa giornata viene festeggiata come Sadie de sa Sardigna (La giornata della Sardegna), una sorta di '25 Aprile sardo', riconosciuta anche con una legge regionale. Quest'anno il governatore, incurante dei principi ispiratori che hanno istituito Sadie, ha modificato il programma delle manifestazioni dedicando tale giornata a un corpo armato sardo, la Brigata Sassari: dalla Giornata della Sardegna alla Giornata della guerra. L'Arci è stata tra le prime voci levatasi contro tale decisione e i pacifisti sardi hanno scelto proprio il 28 aprile per depositare, presso la Corte d'Appello di Cagliari, oltre 12.000 firme per il referendum consultivo, promosso dal comitato Firma per fermare la bomba, contro la presenza in Sardegna di basi militari straniere ad armamento nucleare.

Il referendum chiama i cittadini sardi a decidere sul proprio territorio e a mobilitarsi per impedire che la Sardegna sia costretta ad assumersi il doppio ruolo di complice e vittima di decisioni imposte "dall'alto". Complice perché la base di La Maddalena fa parte di un "insostituibile meccanismo per l'esercizio della leadership Usa" (Dipartimento della Difesa Usa - Rapporto al Congresso del 1998), confermando la Sardegna come perno strategico per il controllo armato dell'area mediterranea da cui partono anche incursioni di guerra (Iraq). Vittima perché le basi militari, con l'espropriazione delle aree più belle e l'asservimento alle esigenze della "monocultura di guerra", condannano la Sardegna a subire crimini continui contro il suo ambiente e attentati continui alla sicurezza e alla salute dei suoi abitanti (uranio impoverito).

Le basi fra l'altro determinano la sottrazione di terre da coltivare, di pascolo per gli allevamenti, di mare per i pescatori, di coste e aree di grande importanza naturalistica per il turismo. Una battaglia quella contro le basi militari coerente con le tante manifestazioni e iniziative per la pace: "costruire la pace significa anche smantellare le basi della guerra, la sua industria, i poligoni degli eserciti" si legge in un documento preparato per la manifestazione del 20 marzo scorso dal comitato Gettiamo le Basi.

Ultime su questo tema

Celebrato il pacificatore solo silenzio mentre a Gaza si continua a morire

20 Ottobre 2025
Arma infame: peggiorano fame e malattie. I coloni bloccano i camion e il valico di Rafah resta chiuso. Per debellare meningite, diarrea, malattie respiratorie ci vorrà un lavoro «gigantesco». ...

“L’accordo per Gaza deciso senza il minimo coinvolgimento dei palestinesi”.

14 Ottobre 2025
Intervista a Maria Elena Delia, referente per l’Italia della Global Sumud Flotilla e Global Movement to Gaza. Il ricordo di Vittorio Arrigoni. (Laura Tussi)

Marcia della pace, un fiume di gente come nel 2001

13 Ottobre 2025
È statauna marcia PerugiAssisi “che non si vedeva dal 2001 quando ci fu pochi giorni dopo l’invasione dell’Afghanistan seguita all’attacco alle Torri gemelle” quella di oggi. A dirlo è Flavio Lotti...

Medici, operatori umanitari e giornalisti: intervista a Elisabeth Di Luca in rotta su Gaza

07 Ottobre 2025
Lo scorso 30 settembre è partita la Conscience della Freedom Flotilla Coalition, con a bordo un centinaio tra medici, operatori umanitari, giornalisti ed equipaggio: nelle pro...

SONO SUPER!

06 Ottobre 2025
Matteo Merli è un illustratore e ha creato questa breve storia e ce l’ha mandata. Dice tutto quello che dovremmo avere già capito da tempo.

Video

Sbilanciamoci! Agire un'altra politica