Uganda: per l'Onu situazione peggiore che in Iraq

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Jan Egeland, vicesegretario generale dell'Onu e responsabile delle questioni umanitarie recentemente in visita in Uganda, ha dichiarato che "i combattimenti nel nord Uganda sono una guerra contro i bambini (...) La situazione umanitaria è peggiore di quella in Iraq: non c'è nessun altro posto al mondo con un'emergenza di questo livello, che richiama così poco l'attenzione internazionale".

L'Onu riporta che in tutti questi anni, gli attacchi dei ribelli hanno provocato oltre 1,2 milioni di sfollati interni e circa 10.000 bambini in quest'anno, sono stati rapiti e successivamente ridotti in schiavitù o arruolati a forza nelle file della guerriglia nel nord Uganda. Egeland ha incontrato a Gulu, principale città del nord del Paese, i responsabili dell'Arlpi (Acholi religious leaders' peace initiative), il cartello delle comunità religiose presenti nei distretti acholi che ha chiesto l'aiuto dell'Onu in quanto "la gente del nord Uganda ha la sensazione di essere stata abbandonata e tradita dalla comunità internazionale. Le Nazioni Unite in particolare non stanno facendo molto per mettere fine a questa guerra".

Intanto il governo ugandese - riferisce Warnews - ha deciso di potenziare le LDU (Local Defence Units), una sorta di milizie composte da civili incaricate di proteggere i campi profughi e le infrastrutture, permettendo così all'esercito di concentrare i propri sforzi nella caccia ai ribelli. Per ora le LDU contano circa 10.000 militanti, quasi tutti giovani che ricevono un sommario addestramento prima di essere spediti sul campo.

La decisione di Kampala non trova però favorevole la comunità religiosa locale, ed in particolare l'arcivescovo di Gulu John Odama. Odama ha infatti detto che armare la popolazione civile per l'autodifesa complica solamente la situazione, facendo precipitare ancora di più il paese in quella spirale di violenza di cui è vittima da 17 anni. In questo modo, infatti, i ribelli avrebbero una giustificazione in più per attaccare i civili che sarebbero visti come nemici.

Amref (Fondazione Africana per la Medicina e la Ricerca) che opera da tempo nel campi profughi di Gulu, racconta poi del drammatico fenomento dei 'Night commuters': "Alle sette di sera, subito dopo il tramonto, Walter saluta la mamma, prende la sua stuoia e si mette in cammino. Da luglio, insieme ai due fratellini e alla sorella maggiore, dorme all'aperto nel cortile della Chiesa del Rosario per sfuggire alle efferatezze della Lord Resitance Army, il famigerato Esercito del Signore, che continua a seminare morte e terrore nel Nord dell'Uganda." [RB]

Altre Fonti: Warnews, Un News Centre.

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