L’assassinio di Abele, per sempre sulla fronte di Caino

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Udine, Parco Moretti - Foto: Facebook.com

“Non in nome nostro”, hanno gridato studentesse e studenti ebrei a Berlino e New York qualche mese fa, prima di essere arrestati dalla polizia. Le manifestazioni contro le politiche del governo israeliano che si svolgono fuori da Israele vengono immediatamente liquidate dalla stampa come antisemite, ma quando sono promosse da ebrei, questa accusa non regge. “Questa potrebbe essere l’unica leva che ci rimane… – scrive Bifo – Qualunque sia l’esito di quel che accade a Gaza, questo nome non sarà mai cancellato dalla memoria del mondo… Questo marchio non rimarrà forse impresso per sempre, proprio come l’assassinio di Abele sulla fronte di Caino?…”.

Di Franco Beradi Bifo

Il volto dell’Altro dice: “Non uccidere!”. Questa è l’espressione più forte dell’etica ebraica, secondo il pensatore Emmanuel Lévinas. Eppure, ciò che vediamo di più oggi sono i volti supplichevoli che chiedono: “Perché ci uccidete?”. I palestinesi nella Striscia di Gaza muoiono di fame, sete, mancanza di medicine, droni assassini, bombardamenti aerei, sfollamenti forzati, sfinimento, terrore psicologico e fisico…Seppelliscono decine di bambini ogni giorno, i genitori, i mariti, le mogli, spesso intere famiglie, e vediamo devastazione e rivolta, fame e supplica sui loro volti ogni giorno.

Immaginiamo per un attimo che due milioni di israeliani fossero sottoposti da uno stato straniero invasore a una reclusione equivalente. Se fossero stati assassinati più di quindicimila bambini ebrei, massacrate altrettante donne ebree, vergini, donne incinte, donne anziane, madri. Immaginiamo due milioni di ebrei israeliani circondati da ogni lato, morenti di fame, sete, malattie, mancanza di medicine, in città devastate, senza elettricità, senza telefono, costretti a spostarsi costantemente da un luogo all’altro, da una città all’altra, a piedi, alla ricerca di una possibile razione, in balia di bombardamenti casuali, sottoposti a umiliazioni, espropriazioni, alla distruzione delle loro minime condizioni di esistenza, con l’esplicita minaccia aleggiante nell’aria che invoca il loro sterminio totale. Il mondo occidentale non si solleverebbe all’unisono per denunciare un nuovo Olocausto, un genocidio, una barbarie senza precedenti, e usare tutti i mezzi di pressione, economici, mediatici, militari, atomici se necessario, per opporsi e cercare di evitare in tempo un simile massacro? L’Europa, sempre desiderosa di espiare la propria colpa, e gli Stati Uniti, sempre alleati incondizionati, non avrebbero forse inviato nella regione le loro flotte navali completamente equipaggiate? Mi direte che questo scenario immaginario si è già verificato durante la Seconda Guerra Mondiale e che nessuno si è fatto in tempo per contrastarlo. È vero! E questa macchia macchierà per sempre la storia europea e statunitense. All’epoca, secondo quanto ci viene detto, la maggior parte delle persone non sapeva nulla dei Campi. E i pochi che lo sapevano, dal papa al presidente Usa, non hanno fatto nulla. È vero...

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