Diritti umani: pressioni del Vietnam sull'Onu, tacitati gli attivisti

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Grave denuncia da parte dell'Associazione per i Popoli Minacciati (APM). L'Associazione accusa le Nazioni Unite di aver ceduto alle pressioni del Vietnam e di avere quindi imposto il silenzio agli attivisti per i diritti umani attivi nella regione. "Durante la riunione del Forum permanente dei Popoli Indigeni a New York l'ambasciatore vietnamita presso l'Onu è intervenuto personalmente all'Onu per chiedere e ottenere il divieto di proiettare due filmati girati dalla collaboratrice dell'APM Rebecca Sommer sulla persecuzione dei popoli indigeni in Vietnam e in Laos" - informa APM. Secondo l'Associazione "questa decisione equivale a una grave perdita di credibilità da parte dell'Onu sulle questioni riguardanti i diritti umani. Si chiede inoltre come possa l'Onu ergersi a difensore dei diritti umani se non è nemmeno in grado di garantire la libertà di espressione all'interno delle proprie commissioni".

Le proiezioni dei due filmati erano state prenotate per martedì 22 maggio e per mercoledì 23 maggio da parte dell'organizzazione Earth Peoples, insieme ad altre organizzazioni per i diritti umani. I filmati documentano le massicce persecuzioni dei Hmong nel Laos e la repressione degli indigeni buddisti Khmer-Krom nella regione vietnamita del delta del Mekong. I Hmong rifugiati nelle foreste del Laos sono sicuramente tra i popoli indigeni perseguitati con maggiore brutalità dell'intero sudest asiatico. Donne e bambini disarmati vengono uccisi mentre cercano cibo nella giungla, molti testimoni raccontano di torture e stupri avvenuti nelle celle delle forze di sicurezza laotiane. I Khmer-Krom invece lamentano le limitazioni imposte al libero esercizio della propria religione. Negli scorsi mesi decine di monaci sono stati arrestati arbitrariamente e le proteste contro il loro arresto sono state sedate nel sangue.

L'annuale meeting a New York del Forum Permanente dei Popoli Indigeni è considerato il più importante organo di rappresentanza dei popoli indigeni presso l'Onu. Il diretto responsabile del divieto di proiezione dei filmati è stato l'ufficio DESA (Department of Economics and Social Affairs - Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali), che presso l'Onu si occupa dell'assistenza alle organizzazioni non governative. "Molteplici organizzazioni per i diritti umani hanno protestato contro la decisione e hanno formalmente chiesto all'Onu di motivare ufficialmente la decisione" - riporta APM. Non è la prima volta che il Vietnam esercita pressioni mirate in gruppi e commissioni dell'Onu per sopprimere critiche e accuse riguardo alla situazione dei diritti umani nel paese.

Nei giorni scorsi l'Agenzia Asianews denunciava che "ottenuto, all'inizio dell'anno, l'ingresso nell'Organizzazione internazionale del commercio (WTO) il governo di Hanoi ha ripreso a stringere la morsa sulla libertà politica e religiosa che era stato costretto ad allentare durante le trattative. "Sono ripresi gli arresti di persone di idee democratiche o semplicemente che la pensano diversamente dal Partito" - riporta Asianews. Diverse compagnie straniere notano che il Vietnam è stato ammesso negli organismi internazionali per lo sviluppo economico, ma non ha fatto aperture per lo sviluppo politico e religioso ed ha invece ripreso a intimidire, arrestare e condannare a lunghe pene numerose persone che "hanno violato la legge vietnamita", mentre il loro obiettivo era di chiedere riforme democratiche e rispetto dei diritti umani. Ma il rapporto di Amnesty International pubblicato oggi segnala che anche le aziende hanno collaborato coi governi nel restringere l'accesso all'informazione sulla Rete in paesi come Bielorussia, Cina, Iran, Siria e Vietnam. "Sono molti, oggi, nel Paese, ad aver paura a parlare di diritti umani, libertà di religione e di parola per tutti i componenti della società" - concludeva Asianews. [GB]

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