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Vis: il governo delle migrazioni con la cooperazione
Giustizia e criminalità
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"La migrazione non può essere affrontata solo con la revisione di una legge che dimostra, a distanza di più di un anno dal suo promulgamento, la farraginosità del pensiero politico che l'ha sostenuta e la fragilità delle norme applicative; bisogna governare il fenomeno con un concreto programma politico di cooperazione internazionale in grado di investire in modo concreto ed adeguato, nel medio e lungo termine, sullo sviluppo dei Paesi del Sud del mondo." Con queste parole Antonio Raimondi, presidente del VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, ha aperto a Rifreddo di Pignola, Potenza, la XV Settimana di Educazione alla Mondialità dedicata quest'anno al tema della Migrazione e della Cooperazione Internazionale.
"La legge Bossi-Fini è un insulto alla millenaria civiltà italiana - ha dichiarato il presidente del VIS - all'idea che prima di tutto viene la persona con le sue esigenze e le sue capacità, al di là della visione dell'immigrato come sola forza lavoro o come semplice straniero. Non si tratta di procedere a dei semplici tagliandi, ma va rivisto il fenomeno nel suo insieme come effetto di scelte politiche effettuate nel passato, come prodotto di un divario Nord-Sud mai così ampio in altri periodi della storia dell'umanità, come conseguenza di un sistema globale in grado di produrre molto, ma incapace di ridistribuire in modo equo. Ed i programmi di cooperazione sono l'unico strumento capace, con l'autosviluppo dei territori, di invertire questo movimento di massa."
Ma soprattutto, hanno ribadito i diversi relatori intervenuti nelle prime due giornate, il fenomeno della migrazione non è uno spostamento inesorabile di poveri disgraziati richiamati dall'opulenza del Nord del mondo a cui opporre leggi o eserciti, bisogna comprendere che ci si trova di fronte a uomini e donne spinte sì dalla disperazione delle condizioni dei propri Paesi, ma ciascuno con una propria individualità, dignità e portatore di una propria cultura a cui dobbiamo rispetto ed attenzione. Bisogna rovesciare i parametri di valutazione dell'altro: non consideriamo l'immigrato come privo di ricchezza sottoponendolo al metro economico, caro al sistema occidentale, e riducendolo da persona a vittima di situazioni di vita inaccettabili ed imprevedibili, dobbiamo considerarlo come persona con una propria identità, proprie scelte, proprie richieste, proprie idee e propri giudizi se vorremo avviare un processo effettivo di costruzione di un futuro sostenibile.
La settimana prosegue martedì 24 agosto con gli interventi Immigrazioni e nuove povertà di Vittorio Nozza, Presidente Caritas, e Immigrazione per lavoro di Sergio Briguglio, esperto di politiche immigratorie.