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Vietnam: segreto di stato sulle esecuzioni capitali
Giustizia e criminalità
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Sessanta persone uccise. Cento condannate a morte. Sono i drammatici dati che riguardano l'applicazione della pena di morte in Vietnam nel 2003 dove i dati sulle esecuzioni sono considerati "segreto di stato".
La denuncia arriva da Amnesty International. Le autorità vietnamite stanno coprendo ingenti violazioni di diritti umani limitando la libertà d'espressione e la libertà all'accesso alle informazioni. "L'aumento delle esecuzioni capitali del 100% rispetto all'anno precedente, per crimini anche di tipo economico, è causa di preoccupazione e del tutto ingiustificato", affermano i rappresentanti di Amnesty.
Presentando un rapporto sulla pena di morte in Vietnam, i rappresentanti di Amnesty hanno poi ricordato alle autorità vietnamite che nell'aprile 2003 le Nazioni Unite hanno approvato una risoluzione nella quale si sancisce che occorre fornire "informazioni sulla pena di morte e su ogni esecuzione in programma". E' da ritenersi quindi in violazione del diritto internazionale la recente decisione presa dal governo vietnamita di porre il "segreto di stato"
su tutti i dati che riguardano le esecuzioni capitali nel Paese.
Il Vietnam intanto continua la sua crescita economica. Secondo quanto riportato dalla Banca Mondiale, si stanno facendo rapidi progressi nel ridurre la povertà. In meno di 10 anni la condizione dei 20 milioni di vietnamiti è migliorata sensibilmente. "Una crescita rapida che permane però fragile" - ha affermato Klaus Rohland, direttore della Banca Mondiale in Vietnam. Nel 2003 quest'ultima attribuisce al Vietnam una crescita del PNL del 7%, seconda a livello mondiale alla sola Cina. [DS]