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USA: tolti aiuti militari a 32 paesi aderenti alla Corte Penale
Giustizia e criminalità
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Ieri l'amministrazione Bush ha tagliato 89 milioni di dollari di aiuti militari a 32 paesi che hanno rifiutato di firmare l'accordo di esenzione di cittadini e soldati Usa dalla giurisdizione della Corte Penale Internazionale (CPI) per eventuali crimini commessi sul loro territorio. Fin dal proprio insediamento, l'amministrazione Bush ha tolto ogni supporto all'implementazione della Corte, rinunciando alla firma posta da Clinton allo Statuto, ritirandosi da tutti i negoziati e minacciando i Paesi aderenti di sanzione economiche qualora si rifiutino di sottoscrivere accordi bilaterali per esentare dalla giurisdizione della Corte i cittadini e i militari statunitensi.
I tagli agli aiuti militari ai 32 paesi sono conseguenti all'entrata in vigore nel 2002 dell'American Servicemembers Protection Act (ASPA) che, oltre ad esentare i cittadini Usa dalla CPI, autorizza la Casa Bianca a "usare tutti i mezzi necessari, inclusi quelli militari, per liberare cittadini e soldati Usa detenuti dalla CPI". Solo i Paesi Nato, alcuni 'alleati speciali' (come Australia, Argentina, Giappone, Corea del Sud, Filippine e Israele) e i paesi firmatari del cosiddetto Articolo 98 - che impegna i paesi a non consegnare i cittadini Usa alla CPI - sono esenti dalle sanzioni di Washington. A parte la Turchia, tutti i paesi Nato hanno ratificato lo Statuto della CPI, mentre alcuni paesi fortemente dipendenti dagli aiuti militari statunitensi come la Bolivia e, dalla scorsa settimana, la Colombia hanno firmato gli accordi bilaterali con gli Usa.
Tra i paesi destinatari delle sanzioni di ieri vi sono varie nazioni dell'Europa Centrale e Orientale (Estonia, Latvia, Lituania, Slovenia, Slovacchia, Serbia e Bulgaria), un folto gruppo di paesi dell'America Latina (tra cui Brasile, Costa Rica, Perù, Venezuela e Ecuador) e dell'Africa (tra i quali Sudafrica, Mali, Namibia, Tanzania e Kenya).
"Sono le prime sanzioni nella storia della diplomazia Usa mirate esclusivamente a Paesi democratici" - ha commentato Heather Hamilton della World Federalist Association (WFA), l'associazione che coordina le centinaia di gruppi statunitensi della Coalizione per la promozione della CPI. "L'ideologica opposizione dell'amministrazione Usa alla CPI finisce col compromettere anche altre priorità di politica estera e pone paesi alleati e giovani democrazie in una posizione alquanto difficile: non ci si può infatti aspettare che questi paesi antepongano gli interessi nazionali americani alle proprie legislazioni" - ha aggiunto.
Sorta dallo Statuto di Roma del 1998 (attualmente ratificato da 92 nazioni) e attiva all'Aja dalla scorsa primavera, la Corte Penale Internazionale è il tribunale permanente con giurisdizione sovrannazionale creato per giudicare "crimini di guerra, contro l'umanità e genocidio". [GB]