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Rsf: positivo il progetto di riforma su diffamazione
Giustizia e criminalità
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La Commissione giustizia della Camera dei deputati ha votato, il 1° luglio 2004, una riforma legislativa sulla diffamazione. Il testo, che deve ancora essere approvato dal Parlamento, prevede l'abolizione delle pene detentive per diffamazione a mezzo stampa. "I tribunali italiani hanno troppo spesso condannato i giornalisti a pene detentive per diffamazione. Queste sentenze, contrarie alle raccomandazioni delle Nazioni Unite, della Corte europea dei diritti dell'uomo e dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, sono inaccettabili in una democrazia", ha scritto Reporter senza frontiere in una lettera indirizzata al presidente della Camera dei deputati, Pier Ferdinando Casini, e al presidente del Senato, Marcello Pera.
"Questo testo si può migliorare sotto molti punti di vista: il potere dei giudici di interdire a un giornalista di esercitare la sua professione è particolarmente inquietante. Tuttavia, l'abolizione delle pene detentive per diffamazione sarebbe una vera vittoria per la libertà di stampa in Italia. Noi chiediamo al Parlamento di adottare questo provvedimento il più velocemente possibile per consentire ai giudici di riesaminare alla luce di questa riforma i casi dei giornalisti già condannati a pene detentive", ha aggiunto l'organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa. Mentre con la legge in vigore, l'ammontare delle sanzioni pecuniarie per diffamazione a mezzo stampa non ha limiti, il progetto di legge prevede di porre come soglia massima 5.000 euro.
D'altra parte il testo prevede che, in caso di prima condanna per diffamazione, il giudice possa chiedere all'Ordine dei giornalisti di applicare sanzioni disciplinari che possono andare dall'ammonizione alla sospensione, fino alla radiazione dall'Ordine. In caso di recidiva, il giudice stesso può decidere di interdire al giornalista l'esercizio della sua attività professionale per una durata da sei mesi fino ad un anno, senza passare attraverso l'Ordine dei giornalisti. Il Parlamento dovrà definire se questa riforma è applicabile solo ai media tradizionali o se riguarda anche i siti Internet. Reporter senza frontiere ricorda che la giustizia italiana ha condannato per diffamazione Stefano Surace, ex-direttore del settimanale Le Ore, a più di due anni di prigione nel 2001, Raffaele Jannuzzi, senatore ed ex-giornalista del quotidiano Il Giornale di Napoli, a due anni e mezzo nel 2002 e Massimiliano Melilli, ex- giornalista del settimanale locale Il Meridiano, a un anno e mezzo nel 2004, sempre per lo stesso motivo. Poiché le procedure giudiziarie sono sempre in corso, nessuno di questi giornalisti è attualmente in carcere.