Reggio Calabria: sit-in cittadino condanna l'attentato mafioso alla Procura

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La cittafinanza di Reggio Calabria ha reagito all'attentato delle cosche della 'ndrangheta alla Procura generale con un sit-in silenzioso davanti la sede organizzato dall’associazione antimafia Libera. "A nome anche delle altre 1500 realtà associate - afferma in un messaggio don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione- voglio esprimere tutta la mia vicinanza e sostegno alla Procura generale di Reggio Calabria e ai giudici che vi operano. Un impegno, quello della magistratura reggina che, con l’apporto fondamentale e generoso delle forze di polizia, sta ottenendo, nel segno della continuità, risultati importanti e merita tutta la nostra gratitudine e riconoscimento".

"Ai nostri amici magistrati - ha aggiunto Mimmo Nasone di Libera Reggio Calabria - diciamo di essere sempre più determinati e al ministro Maroni diremo quanto sia necessario rafforzare gli apparati dello Stato qui a Reggio Calabria. Siamo certi - ha aggiunto che il lavoro della Procura, dei magistrati e di tutti gli opertaori delle istituzioni, assieme all'impegno responsabile dei cittadini e delle diverse realtà sociali, riuscirà a sconfiggere la mafia".

Al sit-in hanno preso parte anche Cgil, Cisl e Uil che si preparano ad una nuova mobilitazione per il prossimo 7 gennaio. Giovedì si terrà infatti una fiaccolata a sostegno del cambiamento e della legalità nel nostro territorio da tenersi a Piazza Castello di fronte gli Uffici della Procura Generale. "Tutti i reggini onesti e operosi che vogliono il riscatto del nostro territorio devono manifestare il loro disgusto nei confronti della 'ndrangheta colpevole di tenere il territorio sotto scacco, senza possibilità di sviluppo e costringendo i nostri giovani ad emigrare in cerca di lavoro" - afferma il testo dell'invito lanciato da Cgil, Cisl e Uil di Reggio Calabria.

I tre sindacati "ritengono che il grave attentato ai danni della Procura Generale rappresenti un livello di intimidazione intollerabile ai danni del nostro territorio e dei suoi abitanti. La collettività reggina - scrivono i segretari di Cgil, Cisl e Uil del capoluogo calabrese, Francesco Alì, Cosimo Piscioneri e Pino Zito - è ancora sotto shock a seguito degli efferati delitti che hanno avuto come vittime due giovanissimi ed oggi è costretta a meditare su un grave attentato dinamitardo che prende di mira la maggiore Istituzione giudiziaria che ha il compito di tutelare e garantire la legalità su tutto il territorio provinciale. Di fronte a questa escalation - affermano i segretari - i reggini non possono e non devono restare inerti".

Anche l'associazione della Locride 'Ammazzateci Tutti' ha condannato l'attentanto di stampo mafioso "Non è certo di buon auspicio che quegli stessi uffici che nella loro nuova sede saranno intitolati al giudice Antonino Scopelliti oggi vengano fatti oggetto di siffatta brutalità" - affermano in una nota congiunta, il presidente del movimento antimafia 'Ammazzateci Tutti', Aldo Pecora, e Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato reggino ucciso dalla 'ndrangheta nel '91. "L'attentato di questa notte - continuano Pecora e Scopelliti - rievoca le immagini già indelebili di via dei Georgofili a Firenze e di Piazza San Giovanni a Roma, per non passare in rassegna le stragi di Palermo del '92. Bisogna assolutamente sostenere l'azione degli inquirenti e dell'intelligence calabresi, è questo quello che chiediamo allo Stato".

L'ordigno ad alto potenziale, costruito artigianalmente, è stato fatto esplodere all'alba di domenica davanti all'ingresso degli uffici giudiziari. Nessun ferito, data l'ora, ma danni visibili. Il Procuratore generale Salvatore Di Landro non ha dubbi: "E' un attacco diretto all'attività della Procura contro la criminalità organizzata". E ieri il Procuratore generale ha aggiunto: "Si può presumere che un'iniziativa del genere non può che essere stata decisa collegialmente dai vertici delle cosche locali. Si tratta di un'ipotesi assolutamente verosimile - ha aggiunto Di Landro - se si considera che obiettivo dell'azione è stata la più alta istituzione giudiziaria requirente del distretto. Una scelta criminale, tra l'altro, che appare anomala rispetto agli schemi tradizionali della criminalità organizzata locale, che ha voluto lanciare un segnale forte contro l'istituzione giudiziaria".

L'arcivescovo di Reggio Calabria e presidente della Conferenza episcopale calabra, monsignor Vittorio Luigi Mondello ha condannato l'episodio definendolo "grave perché finora non si erano mai registrati atti contro i magistrati". "La Calabria è continuamente colpita da atti di violenza e di criminalità" - ha dichiarato mons. Mondello all'agenzia SIR "Questa volta ancora di più - ha aggiunto - perché si è alzato il tiro colpendo un’istituzione importante come quella della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. E questo preoccupa e non poco". "È la prima volta che succede una cosa di questo genere e questo è preoccupante. Invece di fermarsi si alza il tiro e si colpisce lo Stato". "Siamo di fronte a gente violenta, senza scrupoli e senza coscienza. Noi continueremo a lavorare combattendo questi sistemi, predicando un messaggio di speranza e di coesione".

"Questa città - ha aggiunto Vincenzo Schirripa, responsabile della Commissione giustizia e pace della diocesi di Reggio Calabria-Bova- ha le risorse per reagire: sarebbe il momento di tirarle fuori". Per Schirripa, occorre "lavorare nel quotidiano. Ognuno di noi è immerso in un tessuto di relazioni dove poter trasmettere messaggi di speranza e poter isolare la parte malata del tessuto sociale". Oggi, conclude Schirripa, "parliamo di sfida educativa: incarnare questa sfida educativa dalle nostre parti significa misurarsi anche con questi fenomeni". Da qui l’impegno a lavorare per costruire "un tessuto di relazioni sane, una economia sana e isolare questi fenomeni che si manifestano anche in modo eclatante". [GB]

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