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Pena di morte: no di 300 città, domani 1000ma condanna in Usa
Giustizia e criminalità
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Stasera 300 città ospiteranno eventi in occasione della "Giornata Internazionale 'Città per la Vita- Città contro la Pena di Morte'". L'iniziativa - giunta alla sua quarta edizione - è promossa dalla Comunità di Sant'Egidio e sostenuta dalle principali associazioni internazionali per i diritti umani, raccolte all'interno della World Coalition Against the Death Penalty (tra cui Amnesty International, Ensemble contre la Peine de Mort, International Penal Reform, FIACAT). Tante città di tutti i continenti illumineranno i loro monumenti simbolo - dal Colosseo a Roma alla Plaza de Santa Ana di Madrid, dall'Obelisco centrale di Buenos Aires al Palazzo della Moneda a Santiago, dall'Atomium di Bruxelles alla Piazza della cattedrale di Barcellona - formando un ampio schieramento morale mondiale per chiedere di fermare tutte le esecuzioni capitali.
La pena di morte nel mondo segna, nonostante le difficoltà legate al clima di guerra e di scontro a livello internazionale, dopo l'11 settembre 2001, alcuni arretramenti e, nel lungo periodo la tendenza appare costante nell'ultimo quarto di secolo. Arretramenti si segnano, a livello di opinione pubblica o nelle leadership, anche in molti stati mantenitori negli Stati Uniti, in paesi chiave dell'Asia (Taiwan, Corea del Sud, un inizio di azione parlamentare in Giappone).
L'Africa, nonostante i molti problemi che la attraversano, dall'Aids a numerosi conflitti a povertà e sottosviluppo cronici in diversi stati, si distingue per un trend positivo in direzione abolizionista. Numerosi varchi si sono aperti negli ultimi anni e un'azione rivolta a singoli paesi africani e all'Africa nel suo complesso appare destinata a incontrare numerose possibilità di successo. Per questa ragione, l'Africa è stata messa al centro delle priorità dei prossimi anni e contestualmente verranno organizzate iniziative a ridosso e come volano per la Giornata Mondiale delle Città per la Vita/Città contro la Pena di Morte del 30 Novembre 2005. Numerose capitali e città africane hanno assicurato la loro adesione.
Intanto dopo la commutazione della condanna a morte di Robin Lovitt, quella di Kenneth Boyd, prevista in North Carolina il 2 dicembre, potrebbe essere la millesima esecuzione negli Usa da quando, nel 1976, la Corte suprema reintrodusse la pena capitale. Amnesty International ha tenuto oggi una fiaccolata a Roma di fronte all'Ambasciata degli Usa in via Veneto per chiedere di porre fine alla condanna.
Nei giorni scorsi Robin Lovitt ha ottenuto dal governatore della Virginia la grazia. Il 30 novembre Lovitt doveva diventare il millesimo giustiziato negli Stati Uniti dal 1976, anno in cui le condanne a morte hanno ripreso a essere eseguite. La decisione del governatore Mark Warner, democratico e potenziale candidato alla nomination per le elezioni presidenziali del 2008, non è del tutto una sorpresa perché le circostanze della condanna di Robin Lovitt, che nel 1998 accoltellò a morte un collega di lavoro, lasciavano margini di dubbio non sulla sua colpevolezza, ma sull'equità del processo. Una raffica di richieste di grazia erano state presentate al governatore Warner, che è a fine mandato e che finora non ne mai fatto un atto di clemenza. [GB]