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Palestina: sciopero della fame contro il Muro
Giustizia e criminalità
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Quindici personalità della società civile palestinese e israeliana hanno iniziato sabato uno sciopero della fame, facendo un sit -in in una tenda nel quartiere al - Barid di Gerusalemme, vicino al check point di A-Ram. La protesta del Comitato Popolare di resistenza contro il muro dell'apartheid, alla vigilia della pubblicazione della risoluzione della corte internazionale dell'Aja, vuole attirare l'attenzione dell'opinione pubblica israeliana, palestinese ed internazionale. Il Comitato popolare centrale di resistenza contro il muro dell'apartheid e la forze nazionali ed islamiche del dipartimento di Gerusalemme hanno richiesto, in un comunicato stampa, ulteriori azioni di protesta da parte della popolazione: uno sciopero generale dei commercianti per giovedi 8 luglio, la celebrazione della preghiera del venerdi davanti al luogo di costruzione del muro ad al-Barid, l'installazione di altre tende per sit-in in altri luoghi della regione. Il comitato chiede a tutto il popolo palestinese e all'Autorità Nazionale Palestinese di mobilitarsi per preservare la propria identità araba, la propria cultura e tradizione a Gerusalemme.
Decine di attivisti hanno iniziato lo scorso sabato una veglia di protesta ad A-Ram. Alla veglia sono presenti anche Sirhan Sleime, a capo della municipalità di A-Ram e Abdel Kader El Husseini, presidente dell'Orient House e figlio del rimpianto Faisal Husseini. Il militante israeliano Michael Warschawski, che co-presiede il consiglio dell'Alternative Information Center, si è unito allo sciopero della fame lunedì. È inoltre previsto che Yehudit Ha'rel, Oren Medics e Haim Henegbi, attivisti/e israeliani/e contro l'occupazione, partecipino alla veglia di protesta. "Sto protestando per una doppia ragione - dice Michael Warschawski, militante e membro del consiglio dell'AIC innanzitutto c'è un obbiettivo comune: mostrare al mondo i mali e le violazioni causate dal Muro. E la seconda ragione riguarda in particolare me come Israeliano. Considero la costruzione del Muro come la creazione del più grande Ghetto nella storia degli ebrei, un Ghetto che isolerà Israele dai suoi vicini arabi e trasformerà gli Israeliani in un popolo paranoico, gente che crede solo in un Muro a chiusura ermetica protetto con armi nucleari. Questa è una condanna a morte per le generazioni future, per i nostri figli e i nostri nipoti".
In occasione della mobilitazione internazionale promossa dalla Campagna "Stop the Wall" a Roma è stato organizzato da un cartello di organizzazioni, capitanate dal Forum Palestina, un sit-in per venerdì 9 luglio alle ore 17.00 in P.zza Venezia. L'importanza del parere della Corte Internazionale di Giustizia (CIG) dell'Aia in merito alla "legalità" del muro è data dalla possibiltà che la comunità internazionale scelta di imporre a Israele alcune sanzioni e pressioni diplomatiche come fu fatto nel caso del Sud Africa per l'occupazione della Namibia e la situazione di Apartheid, situazione che verrà creata anche dal Muro voluto da Israele. [AT]
Altre fonti: Alternative Information Center, Forum Palestina