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Omicidio Alpi: "sequestro finito male", Taormina chiude il caso
Giustizia e criminalità
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"Un tentativo di sequestro finito male": così la Commissione parlamentare di inchiesta presieduta da Carlo Taormina definisce l'uccisione della giornalista del Tg-3 Ilaria Alpi e dell'operatore televisivo Miran Hrovatin. Con un voto a maggioranza (12 a 7) è stata approvata la relazione finale che chiude il caso dell'uccisione dei due giornalisti avvenuta il 20 marzo 1994 a Mogadiscio. "Non conosceremo mai più l'ambiente nel quale è maturato il duplice omicidio, il nome dei mandanti che quel duplice omicidio ordinarono" - commenta Roberto di Nunzio, direttore di Reporter Associati International. "In un crescendo di accuse e offese irragionevoili contro gli stessi genitori di Ilaria, Giorgio e Luciana, il presidente della Commssione Carlo Taormina lascia calare il sipario su una vicenda assolutamente non risolta. E che rimane ad oggi avvolta nei più impenetrabili segreti. Quei segreti che sono stati resi ancor più segreti da una sciagurata logica che ha mosso i lavori della Commisione parlamentare negli ultimi 14 mesi del suo lavoro" - nota il giornalista.
Per l'opposizione si tratta di conclusioni inaccettabili: "Presenteremo una memoria di minoranza e voteremo contro la relazione del presidente Taormina" - ha detto Carmen Motta "Esprimiamo un giudizio negativo sull'uso politico personale e di schieramento che Taormina ha fatto del caso. Da parte nostra c'è un atteggiamento di serietà. Consideriamo condivisibile la ricostruzione del contesto sociale e politico della Somalia e la perizia della polizia scientifica sull'auto (che ha rilevato la causa della morte in due colpi da fuoco mortali sparati da kalashnikov a circa 5 metri dall'auto N.d.r) presenti nella relazione di maggioranza. Non abbiamo certezze sui mandanti e le motivazioni e non siamo interessati ad un nostro teorema come ci viene imputato, ma le causali del duplice omicidio rimangono sul tappeto. Il caso rimane aperto."
"Tutta questa vicenda il presidente della Commissione l'ha buttata in politica per una volgare campagna elettorale. E' una vergogna" - commentano Luciana e Giorgio Alpi, i genitori di Ilaria. I genitori hanno detto di essere ''offesi e umiliati dal comportamento'' del presidente Taormina. Secondo i genitori di Ilaria Alpi l'ipotesi del rapimento finito in tragedia in seguito ai colpi sparati dalla guardia del corpo dei giornalisti sarebbe infondata. "Se fosse vera la tesi della reazione alla guardia del corpo allora - hanno detto - gli aggressori avrebbero dovuto sparare a quest'ultima e all'autista, non a Ilaria e Miran che non erano pericolosi e che stavano immobili. Basta vedere il rapimento Moro ed altri rapimenti. Questa - hanno concluso - è una tesi che fu abbandonata anche dalla Procura di Roma al processo di secondo grado". Il legale dei coniugi Alpi ha annunciato di aver avuto mandato di sporgere querela nei confronti di Taormina, ''giunto a dichiarare che l'ultima missione della giornalista fu in realtà un periodo di vacanze. Invece - precisa D'Amati nella memoria - dalle stesse indagini della commissione è risultato che Ilaria e Miran, durante la missione in Somalia, lavorarono intensamente tutti i giorni, tranne il venerdì, festività locale, in cui lavorarono solo mezza giornata''.
Secondo Taormina "una centrale giornalistica di depistaggio" avrebbe fatto credere che Ilaria sia stata eliminata perché depositaria di segreti. Di questa centrale, sempre secondo Taormina, farebbero parte il Tg3, Maurizio Torrealta, Famiglia Cristiana, l'Espresso, l'Unità. Immediata la replica degli organi di informazione. ''La spedizione effettuata quest'estate in Somalia, insieme all'onorevole Mauro Bulgarelli, al presidente dell'Associazione Ilaria Alpi, Francesco Cavalli e all'operatore Alessandro Rocca, contrariamente a quanto detto dal Presidente Taormina, ha raccolto importanti testimonianze supportate da solidi indizi in merito allo smaltimento di rifiuti in territorio somalo'' - afferma Luciano Scalettari, giornalista del settimanale Famiglia Cristiana, autore di una inchiesta in Somalia compiuta la scorsa estate alla ricerca di indizi sul presunto traffico di sostanze tossiche in Somalia, e pubblicata il 25 settembre scorso. Scalettari da tempo, insieme con altri colleghi della stessa testata, si occupa del caso Alpi. Il giornalista ha precisato che le testimonianze sono state raccolte ''in particolare lungo la strada Garoe-Bosaso intorno al chilometro 140 a partire da Bosaso nei pressi della citta' di Gardo (villaggio di Dalweyn)''. [GB]