La Libia di nuovo nel caos

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Foto: Unsplash.com

Di Alessandro De Pascale

La Libia, uno dei Paesi più instabili del Mediterraneo, nelle ultime settimane è sprofondata nuovamente nel caos. La scintilla che ha incendiato nuovamente Tripoli è stata l’uccisione il 12 maggio di Abdelghani al-Kikli (detto “Ghneiwa”), comandante dell’Apparato di supporto alla stabilità (Ssa). Una milizia che controllava diverse infrastrutture statali e il quartiere di Abu Salim, nel sud della capitale libica, non del tutto allineata col governo centrale. Al Kikli è stato ucciso nella base di Tekbali, quartier generale della Brigata 444, una milizia inquadrata nell’esercito regolare del premier dell’esecutivo libico di unità nazionale riconosciuto a livello internazionale, Abdelhamid Dbeibah.

Per due giorni Tripoli è stata al centro dei più pesanti scontri armati registrati negli ultimi anni, che hanno terrorizzato la popolazione, provocato vittime civili e distrutto decine di edifici. La Brigata 444 ha rapidamente occupato le posizioni del Ssa, scontrandosi in seguito con le Forze speciali di deterrenza (Rada), l’ultima grande milizia rimasta nella capitale non ancora allineata con il premier Dbeibah, il quale ha cercato così di consolidare il proprio debole potere nella capitale, con scontri concentrati soprattutto a sud e a ovest di Tripoli...

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