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Italia: tribunale sull'Iraq e ripudio della guerra
Giustizia e criminalità
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Mentre in Iraq da più di un mese le truppe statunitensi di occupazione hanno preso d'assedio la città di Falluja, a New York prende inizio l'8 maggio la sessione del World Tribunal on Iraq, iniziativa che nasce all'interno del Forum mondiale sociale e che vedrà la proiezione di numerosi filmati indipendenti che testimoniano i chiari crimini della guerra all'Iraq. Un programma di interventi che vuole affrontare punti chiave della nuova dottrina di guerra preventiva che rischia di essere accolta dal diritto internazionale, mentre la maggioranza della popolazione del pianeta ha rifiutato da subito l'intervento armato. La "giuria delle coscienze" sarà composta da vari esponenti della società civile da tutto il mondo e darà continuazione al processo del "World Tribunal on Iraq" che si è gia svolto in numerose capitali tra cui Londra, Mumbai, Copenhagen, Monterrey, Hiroshima e giungerà prossimamente anche in Italia e in particolare a Genova.
In Italia a sorpresa la Camera dei Deputati ha approvato una mozione che impegna il governo a promuovere l'inserimento dell'articolo 11 della nostra Costituzione nel Trattato costituzionale europeo. Apprezzamento per la decisione è arrivato dalla Tavola della pace che ha dichiato di chiedere conto al Governo del suo operato e di tutte le iniziative che vorrà realmente assumere per introdurre questo principio nel testo della futura Costituzione europea. Sulla situazione attuale Flavio Lotti è intervenuto dicendo che "se il Parlamento vuole essere credibile e coerente ora deve votare un altro documento: quello con cui si mette fine alla partecipazione dell'Italia alla guerra in corso in Iraq. Una missione militare avviata violando lo stesso articolo 11 della Costituzione italiana, che oggi si dice di voler portare in Europa. L'Italia deve uscire subito dalla guerra per favorire e sostenere il rientro dell'Onu in Iraq". "L'Italia"- conclude Lotti-"deve mettersi interamente a disposizione dell'Onu: la sola autorità internazionale che può aiutare il popolo iracheno a riprendere in mano il proprio paese e il proprio futuro."
Al motto "No alla guerra in Iraq, no al rischio nucleare e alla base Usa a Taranto" si tiene venerdì 7 maggio una giornata di manifestazioni con la presenza del padre comboniano Alex Zanotelli proprio nella città dove è prevista la costruzione della "superbase" Usa. In questa giornata - che prevede un digiuno contro la guerra in Iraq, un incontro con i politici locali e giornalisti e un sit-in con le associazioni della città - verrà lanciato un decalogo dell'azione nonviolenta per i porti a rischio nucleare connesso al transito di unità navali (in genere sottomarini e portaerei) dotate di propulsori nucleari o di armi atomiche. I propulsori nucleari sono sottoposti al decreto legislativo 230/95 relativo ai reattori nucleari in genere; tale normativa (che comporta un obbligo di informazione alle popolazioni e la definizione di un piano di emergenza nucleare) si applica quindi ad esempio a tutti i sottomarini statunitensi i quali sono tutti a propulsione nucleare; per le armi nucleari invece non vi è alcuna normativa che salvaguardi la popolazione e anzi le autorità militari Usa hanno l'ordine di non confermare e non smentire la presenza a bordo di tali armi.[AT]
Altre fonti: Tavola della Pace, Taranto Sociale, World Tribunal on Iraq