Italia: stop alla riforma della giustizia minorile

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Le associazioni promotrici delle 'Linee Guida per la Riforma della Giustizia Minorile' hanno accolto con favore la decisione della Camera dei Deputati di fermare per chiarimenti la discussione della proposta di legge 2517, la cosiddetta Riforma Castelli. A partire dal mese di novembre inoltre le associazioni che tutelano i diritti dei minori potranno ricorrere all'Antitrust contro messaggi pubblicitari lesivi nei confronti dei più piccoli.

Nel luglio del 2002 la maggior parte delle associazioni italiane che si occupano di minori aveva rese pubbliche delle linee guida per la riforma della giustizia minorile in Italia. Ad un anno di distanza e ad iter parlamentare avviato le stesse associazioni ora denunciano che la riforma proposta dal Governo si discosta notevolmente da quanto suggerito dal mondo associativo.

Da un recente seminario sull'argomento, tenutosi a metà ottobre a Roma, è emerso che la pausa consentita dal rinvio della discussione parlamentare renderà possibile una riflessione pacata ed approfondita sulla riforma che, sempre secondo quanto emerso dal seminario, deve basarsi su risorse economiche, umane e strutturali adeguate che consentano l'attuazione di un processo di cambiamento che migliori, potenzi e assicuri la piena efficienza del sistema giustizia, del rispetto dei bambini, come riconosciuti dalla convenzione ONU sui diritti dell'infanzia risalente al 1989.

A partire dal prossimo sette novembre anche le associazioni potranno ricorrere all'Antitrust contro la pubblicità ingannevole. In particolare quelle che si occupano di diritti dei minori potranno chiedere la sospensione di quelle pubblicità che non ne rispettano la tutela fisica e psichica. [DS]

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