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Italia: rispunta il condono edilizio, la protesta degli ambientalisti
Giustizia e criminalità
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"Gli emendamenti alla manovra economica presentati da alcuni senatori del Partito della Libertà con cui si prevede un nuovo condono edilizio, confermano le preoccupazioni che sin dall’inizio lenostre associazioni avevano nutrito e rappresentano una vera scelleratezza" - afferma un comunicato congiunto di FAI e WWF Italia. "Questa follia - prosegue la nota - si aggiunge ad altre scelleratezze quali, ad esempio l’ipotesi di accatastamento delle cosiddette “casa fantasma” ed alla riproposizione del decreto legge contro gli abbattimenti in Campania riproposto nella manovra fiscale sotto forma di emendamento.
Come spiegano le due associazioni, il terzo condono edilizio firmato da un governo Berlusconi "aveva escluso la sanatoria nei parchi e nelle aree vincolate: si era così limitato, grazie all’impegno dell’allora Ministro all’Ambiente, Altero Matteoli, lo scempio nelle aree più di pregio del nostro Paese. Ecco che ora, con un emendamento alla manovra economica, si vorrebbero riaprire i termini del condono per gli abusi compiuti in queste aree. Tutto ciò va nella direzione opposta alle dichiarazioni del Governo e dello stesso Ministro Tremonti che fino all’ultimo hanno escluso la possibilità di un nuovo condono edilizio".
Secondo FAI e WWF "riaprire il condono edilizio in Italia – il quarto in 25 anni – e in termini persino più gravi perché smentisce le azioni della Magistratura, il valore delle aree protette, l’impegno sulle aree vincolate assunto sempre da un Governo Berlusconi, l’azione di repressione finalmente posta in essere dalla Campania dopo anni di inerzia e connivenza, rappresenta la rinuncia definitiva dello Stato di governare il territorio e tutelare beni protetti anche dalla Costituzione, quali l’ambiente ed il paesaggio. È la sconfitta totale della legalità, nonché un ennesimo danno economico per i Comuni che dovranno affrontare di nuovo enormi spese per i condoni".
"Appare poi - conclude la nota - uno scherzo di pessimo gusto, se non fosse agli atti del Senato, l’emendamento del sen. Tancredi che concede a chi ha costruito abusivamente persino il “diritto di prelazione” per riacquistare dal Comune l’immobile confiscato realizzato illegalmente. Ci aspettiamo ora le aste per i rapinatori che possono rientrare in possesso di quanto rubato". FAI e WWF chiedono pertanto al Governo e al Relatore al testo della manovra di prendere ufficialmente le distanze da un’iniziativa personale non espressione della volontà dell’Esecutivo e della maggioranza parlamentare.
Dello stesso tenore anche il commento di Legambiente. “Siamo esterrefatti: la banda del mattone selvaggio colpisce ancora e più forte che mai! Era facile prevedere che l’accatastamento delle case fantasma avrebbe aperto le porte al condono edilizio, e così è: si profila all’orizzonte il peggior condono che si potesse immaginare”. Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, commenta così “l’emendamento condono edilizio” presentato tra le correzioni alla manovra economica dal Pdl, a firma di Paolo Tancredi, Cosimo Latronico e Gilberto Pichetto Fratin.
“L’emendamento propone un condono urbi et orbi - insiste Cogliati Dezza -, esteso agli abusi compiuti nelle aree sottoposte a vincoli ambientali, paesaggistici e archeologici, ma anche nelle aree a rischio, con pericoli evidenti per i cittadini e costi che andranno a ricadere su tutta la comunità. Un condono, per di più, a tempo indeterminato, se associato al disegno di legge ordinario sulla libertà d’impresa, proposto al Consiglio dei ministri di venerdì scorso, secondo cui i comuni non potranno controllare l’edificabilità di un fabbricato se non a posteriori”. “A questo punto - conclude il presidente di Legambiente - ci appelliamo al buonsenso dei senatori affinché questa correzione venga bocciata e chiediamo al mondo dei costruttori un segnale inequivocabile di rifiuto delle pratiche illegali, che vanno solo a vantaggio di un’edilizia che fa male al territorio e al Paese”.
Per quanto riguarda il disegno di legge ordinario sulla libertà d’impresa, nei giorni scorsi Legambiente aveva espresso il proprio "sì alla semplificazione legislativa per le imprese,ma aveva detto un secco no al controllo ex post dei fabbricati: così è un condono preventivo” “Un conto - spuiegava l'associazione - è semplificare la nascita di nuove imprese, eliminando la bulimia giuridica che si è impossessata del Paese, altro è passare al regime del controllo ex-post, secondo cui i comuni non potranno controllare l’edificabilità di un fabbricato ad uso impresa, se non a posteriori. Questa decisione priva di senso e strutturata in questo modo rappresenta, infatti, solo un chiaro invito all’abusivismo edilizio, dal momento che una volta edificato nessuno chiederà la demolizione di uno stabile industriale”.
“Ci troviamo di fronte - concludeva la nota - all’ennesima operazione ideologica che danneggia il Paese, questa volta infarcita anche di dubbi riferimenti filosofici e storici che ricordano tanto quelli dei liceali che hanno mal digerito la lezione. Addirittura si scomodano S. Agostino ed Hobbes e si paventa l’avvento di un nuovo Medioevo! Non è certo questa la semplificazione legislativa di cui ha bisogno il Paese per uscire dalla crisi e recuperare competitività. Servono, infatti, regole certe e non condoni mascherati, serve un reale spostamento del carico fiscale dal lavoro e imprese al consumo di risorse ambientali, serve che il Parlamento approvi una legge di riforma urbanistica che l'Italia aspetta dal 1942, ma sicuramente non servono slogan che proprio la crisi economica e finanziaria di questi anni ha smascherato nella loro drammatica fragilità”. [GB]