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Italia: giornata della memoria e dell'impegno contro le mafie
Giustizia e criminalità
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Oggi è la "Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie". E' Gela ad ospitare la manifestazione giunta alla sua nona edizione, dedicata al tema "No lavoro nero, sì lavoro vero".
"La Giornata Nazionale della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie é ormai un appuntamento fisso" - afferma Luigi Ciotti, Presidente di Libera - "una scadenza che ci pungola a rinnovare il nostro impegno, a guardare in avanti senza però mai perdere di vista la ricchezza e la testimonianza di chi ci ha preceduto ed ha pagato con la vita il sogno di un Paese migliore e liberato dalle troppe illegalità e ingiustizie che ancora ci affiancano".
Ma perché proprio Gela? "Gela costituisce una realtà complessa" - ricorda Ciotti - "in cui si riflettono le luci e le ombre di un progetto di sviluppo che per molti anni è rimasto incompleto. Un progetto, cioè, che ha teso a privilegiare quasi esclusivamente gli aspetti economici, tecnici, quantitativi del processo di industrializzazione, senza considerare l'importanza di un investimento altrettanto concreto e tangibile nella dimensione sociale, culturale, politica e istituzionale di questa comunità".
"Oggi la città di Gela si trova in una fase nuova. Sta cercando di riprendere in mano la propria storia, il proprio presente e il proprio futuro. Gela è oggi scossa e animata da un desiderio di riscatto che è portato avanti e sostenuto dai suoi concittadini: donne, uomini, anziani, bambini e giovani che hanno deciso di non fuggire da queste povertà e di "restare" su questo territorio per dare il proprio contributo ad una vita sociale migliore: più giusta e all'insegna della legalità".
Sempre Don Luigi Ciotti ricorda l'estate del 1992, in cui prese forma il progetto di Narcomafie. "Eravamo seduti sulla terrazza della vecchia sede del Gruppo Abele per capire insieme come dare forma e parola a quella voglia di reagire che si stava organizzando dopo le drammatiche stragi di mafia che avevano ucciso i giudici Falcone, Borsellino, e quanti erano con loro. Raccogliere quell'impegno si presentava come un preciso compito etico al quale non potevamo sottrarci: perché il "non dimenticare" potesse assumere la consistenza di un percorso oltre l'emotività del momento. Fondare sulla Memoria l'impegno di giustizia e di legalità che ci volevamo assumere in quel periodo era il terreno sul quale piantare la nostra proposta editoriale: una rivista capace di presentare ogni mafia come il vero nemico della democrazia, dello sviluppo, della cittadinanza e dei diritti di ogni cittadino".
Narcomafie celebra il suo decennale pubblicando un numero antologico. [DS]