Italia: carovane di pace e contro la mafia

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Si è conclusa a Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli, la Carovana della Pace organizzata dai Missionari comboniani che ha attraversato numerose città incontrando le comunità locali e proponendo nuove visioni per l'altra società. Dal palco molti interventi hanno ribattuto alle parole di Fini, che ha paragonato i pacifisti a Ponzio Pilato: padre Alex Zanotelli ha richiarato che "non si possono accettare frasi del genere da un vicepremier". Proprio ieri la Tavola della Pace, riunita per il 17' Seminario Nazionale, ha scritto una lettera a Fini per chiedere un incontro in quanto sorpresi e preoccupati dell'esplicito invito ai giovani ad una mobilitazione contro il pacifismo. Sempre Alex Zanotelli è intervenuto duramente sulle affermazioni del ministro dell'Interno che ha definito sul comfort dei centri di permanenza temporanea. Gli interventi dal palco sono stati inframmezzati dalle testimonianze dei trenta giovani carovanieri che dal 7 settembre hanno attraversato lo Stivale.

Ha aperto il dibattito Beppe Grillo, con un intervento come sempre a metà fra lo show e lo sfogo. E trovandosi nel bel mezzo di una Campania in preda all'emergenza rifiuti, a pochi chilometri da Acerra, non poteva non dedicare una parte del suo intervento al tema rifiuti. "Dobbiamo stare attenti a pesare bene le parole: è così che ci fregano - ha esordito Grillo - mi spiegate perché un forno, un inceneritore che produce sì energia, ma anche ceneri, un concentrato di veleni, si dovrebe chiamare termovalorizzatore?" E poi la questione energetica: "La legge che regola lo stanziamento di fondi per le energie rinnovabili, quando è stata partorita era una buona legge. Poi qualcuno ha aggiunto una parolina, destinando quei soldi alle fonti rinnovabili e a quelle "assimilabili". Così hanno finito per stornare migliaia di miliardi utilizzandoli per le centrali a cogenerazione, per il petrolio!". Zanotelli ha aperto il suo intervento ricordando il dramma che vivono operai e familiari della Fincantieri di Monfalcone che si stanno mobilitando in vista dell'udienza preliminare che il prossimo 5 ottobre li vedrà impegnati nella richiesta di rinvio a giudizio di alcuni dirigenti imputati per "strage d'amianto". "Abbiamo incontrato gente che lotta contro gli inceneritori anche ad Aragona, vicino Agrigento, e a Trento, la città della quale sono originario - ha detto dal palco richiamando all'appello delle Carovana per la gestione dei rifiuti senza inceneritori - Farò per cinque giorni sciopero della fame a sostegno di queste comunità e di quella di Acerra" - ha dichiarato il padre comboniano che ha richiamato all'importanza di dire da che parte si sta. Anche il Sindaco di Acerra si è aggiunto al digiuno.

Il fondatore dell'associazione contro le mafie Libera, Don Luigi Ciotti ha voluto ricordare la storia di una giovane donna siciliana "vittima più volte della mafia": Rita Atria, alla cui memoria il comune di Pomigliano d'Arco ha intitolato una strada. "Era una sedicenne quando per mano mafiosa furono uccisi suo padre e suo fratello. Lei contribui ad arrestare i loro assassini, ma quando anche il suo secondo padre, il giudice Borsellino, fu assassinato, si tolse la vita. Don Ciotti ha poi letto una frase dal diario di Rita: "La mafia più difficile da combattere è quella che sta dentro a ciascuno di noi". "Io vivo l'inquietudine per la democrazia - ha tuonato Ciotti - oggi sono messi in discussione e calpestati diritti costituzionali fondamentale: l'articolo 3 che stabilisce il principio di uguaglianza, per qualcuno rappresenta un'intralcio all'iniziativa economica". E a questo tema dell'illegalità e delle mafie è dedicata la "Carovana nazionale antimafie" che parte oggi da Milano e concluderà il 19 dicembre in Sicilia dopo aver attraversato tutte le regioni di Italia con alcune tappe in Francia, tra le quali anche la Corsica. Da quest'anno aderiscono anche le tre grandi confederazioni sindacali - Cgil, Cisl ed Uil per sottolineare l'importanza della questione del lavoro. "È proprio sulla questione del lavoro che meglio si vede la quest'anno stretta interazione, come in un'unica tensione, tra locale, nazionale e globale - scrive Ciotti all'apertura della Carovana - è fin troppo facile, oggi, chiudere una fabbrica nel nord-est italiano e delocalizzarla in Asia o in Africa, dove i lavoratori non possono vantare diritti e i salari da fame garantiscono l'abbassamento dei costi di manodopera e la possibilità di reggere la concorrenza su un mercato basato su regole mafiose". [AT]

Altre fonti: Tavola della Pace, La Nuova Ecologia

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