Corruzione? Confisca e riutilizzo sociale dei beni criminali!

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La corruzione è un fenomeno che sta trascinando l'Italia in fondo alle classifiche internazionali sulla legalità: secondo l'ultimo rapporto (.pdf) di Transparency international elaborato, su 178 Paesi lo stivale è al 67° posto per trasparenza nelle decisioni pubbliche, in ritardo di quattro posizioni rispetto al 2009 e di ben 12 sul 2008 lungo una china che ci colloca al livello più basso dal 1995.

Non è un caso quindi che il network Flare, Transparency international, Libera, Terra del Fuoco e Avviso Pubblico in occasione della , decisa nel 2003 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 9 dicembre, cerchino di porre l'attenzione della società civile e delle istituzioni italiane sulle contromisure indispensabili per la lotta alla corruzione e ad uno dei suoi principali “moventi”: la criminalità organizzata.

In questo quadro Transparency International e il network Flare, che conta oggi partner in oltre 30 paesi europei, hanno organizzato una giornata d’approfondimento presso l'Europarlamento di Bruxelles, che inizierà con una conferenza dal titolo "Corruption organised crime, and illegal economies a serious challenge in the EU: confiscation and social reuse as a European countermeasure ” (.pdf), in cui si spiegherà il meccanismo previsto dalla legge italiana 109/96, che prevede “la confisca e il riutilizzo sociale” dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

“L’idea - per Flare - è aprire un dibattito sul fondamentale ruolo dell'Unione Europea nel contrasto alla corruzione e alle mafie soprattutto attraverso la confisca ed il riutilizzo sociale dei beni criminali”, evidenziando come la violazioni dei diritti umani e il ruolo delle criminalità organizzate possano essere la faccia di una stessa tragica medaglia.

L'iniziativa sarà anche un momento d’incontro educativo per più di 600 giovani provenienti da tutta Europa per chiedere che le politiche riguardanti le mafie superino i confini nazionali prendendo atto della dimensione globale che hanno raggiunto le reti criminali. Dall'Italia partiranno numerosi autobus per congiungersi sotto il Parlamento Europeo con le altre delegazioni provenienti da Helsinki e da Lisbona, da Atene come da Dublino.

Il respiro Europeo dell’iniziativa si lega però attraverso la legge 109/96 ad una delle principali contromisure, adottata in Italia, relativamente ai reati di mafia, permettendo un duplice risultato: “si indebolisce il potere economico delle organizzazioni criminali - spiegano a Libera - e si manda un forte messaggio alla società civile, mostrando che il crimine organizzato può essere combattuto e che le loro proprietà possono essere assegnate alla popolazione”.

“La 109/96 è una legge che ha disturbato notevolmente i mafiosi - spiega Luigi Ciotti, presidente di Libera - perché li ha toccato nel portafoglio, che per loro rappresenta un segno di potere, di forza. Oggi la farina, la pasta, l'olio, il vino, i ceci, i fichi d'India, i pomodori e la passata, non solo più in terra di Sicilia o nel Corleonese, ma anche in altri capoluoghi di provincia, in Calabria, in Puglia come anche nel nord dell'Italia, rappresentano un segno di liberazione a quel potere mafioso”.

Confisca e riutilizzo sociale, quindi, “dovrebbero essere estesi anche ai reati di corruzione” suggerendo quella che sembra una delle più importanti rivendicazioni della campagna di sensibilizzazione che prenderà il via proprio oggi 9 dicembre in tutta Italia, con momenti di informazione e una raccolta firme contro la corruzione che vedrà in prima linea Libera e Avviso Pubblico.

“La partecipazione e la consapevolezza delle persone è fondamentale per educare alla legalità - spiga Avviso Pubblico un'associazione di Enti locali e Regioni per il contrasto alle organizzazioni criminali e l'impegno diretto delle istituzioni territoriali nell'affermazione di regole civili e democratiche - e le azioni concrete messe in atto devono riguardare molti campi: la formazione scolastica per l'educazione alla legalità, alla democrazia e alla solidarietà; l'organizzazione di percorsi formativi da attivare nel territorio; il coordinamento tra le amministrazioni e le scuole al fine di combattere la dispersione scolastica; lo studio di procedure per consentire agli enti di agire in perfetta trasparenza e la messa a punto di efficaci politiche giovanili” .

Non solo un intervento estemporaneo per una giornata “monumento” quindi, ma un impegno costante che partendo da un ampio dossier sulla corruzione elaborato da Avviso Pubblico e un programma work in progress vuole ricordare a tutti noi con le parole della presidente di Transparency International Italia Maria Teresa Brassiolo che "la corruzione non è un destino ineluttabile, ma un sistema culturale". Quindi può, o meglio, deve essere cambiato.

Alessandro Graziadei

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